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La Juve che non ti aspetti. Decimata, con gli uomini contati e con una panchina piena di Primavera e di Under 23, scesa in campo con una formazione obbligata e senza attaccanti titolari (causa contemporanea indisponibilità di Ronaldo, Dybala e Mandzukic) ha sfoderato a Cagliari una delle sue migliori prestazioni stagionali in campo esterno. Vittoria chiara, netta, anche oltre il punteggio finale, contro una compagine che era data in salute e in netta risalita grazie ai risultati ottenuti nelle ultime gare, eppure ieri sera non è quasi mai stata in grado di impensierire la retroguardia bianconera. Unica nota stonata, i soliti ululati razzisti verso alcuni giocatori della Juventus, e non è la prima volta che succede a Cagliari.


VERO 3-5-2 - Stavolta dobbiamo dare onore al merito e riconoscere che Allegri ha fatto la cosa più intelligente che potesse fare: con una squadra in piena emergenza, la strategia migliore è intanto quella di “serrare le fila”. Ovvero, schierare una formazione molto guardinga e ben coperta difensivamente, così da sfruttare le maggiori capacità di palleggio rispetto agli avversari e provare a colpire approfittando degli spazi lasciati liberi. Quindi, ritorno al 3-5-2: linea a tre difensiva con Caceres-Bonucci-Chiellini, De Sciglio e Alex Sandro esterni alti a centrocampo, Pjanic centrale con ai suoi lati Emre Can e Matuidi, in avanti inedita coppia Bernardeschi-Kean. Ed è stato un vero 3-5-2, nel senso che rare volte i due esterni, De Sciglio e Alex Sandro, hanno scalato entrambi sulla linea di difesa in fase di non possesso palla, quasi a sistemarsi in 4-4-2, a seconda che l’azione avversaria si sviluppasse su un lato o sull’altro. Cosa questa che ha consentito la copertura ottimale di tutti gli spazi e la chiusura di ogni linea di passaggio agli avversari, i quali, non a caso, non sono quasi mai riusciti ad arrivare in maniera pulita al tiro in porta: solo qualche sporadica giocata aerea sempre in situazioni di difesa bianconera schierata, dunque senza spazi idonei per concludere al meglio.


L'INGRESSO DI BENTANCUR - Al contrario, la buona intraprendenza dei nostri esterni, supportati da un Pjanic decisamente in gran spolvero, e due “mediani” vecchio stampo - direi più alla Benetti che alla Furino, ossia efficaci nella interdizione ma anche nel portare palla e inserirsi - ha consentito ai bianconeri di rendersi subito pericolosi in area cagliaritana, anche se non con gli attaccanti, bensì con i difensori. Infatti, dopo una occasione fallita da Caceres, è arrivato il gol su azione d’angolo di Bonucci. Stesso cliché nella ripresa, con Kean finalmente entrato nel vivo del gioco e Bernardeschi meglio calato nel ruolo di punta avanzata: più volte si è sfiorato il raddoppio senza rischiare nulla in difesa .
Qualche preoccupazione dopo l’infortunio muscolare di Caceres, sostituito da Bentancur, ma squadra riposizionatasi con l’arretramento in difesa di Emre Can e l’uruguagio come trequartista tra le linee dei sardi. Non a caso è partita proprio da quest’ultimo l’azione del raddoppio di Kean. E proprio questo modulo finale, 3-4-1-2, potrebbe essere un'idea per le prossime gare anche in Europa: Pjanic arretrato e Bentancur avanzato, con mezze ali di quantità e qualità, potrebbero far superare alla squadra i problemi di organico derivanti dalla sequela di infortuni di quest’ultimo periodo.