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Fino alla fine, come da motto. Se vogliamo, il problema è l’inizio. Forse neanche, perché i primi 20 minuti della Juventus erano stati piuttosto positivi con alcune occasioni pericolose create. Poi, la squadra bianconera sembrava aver alzato bandiera bianca, intontita e pronta ad andare al tappeto dopo i tanti colpi subìti nel corso degli ultimi mesi. Energie psicofisiche terminate e a dimostrarlo il nervosismo di Cuadrado e Vlahovic in campo.
 
Se la Juventus è riuscita ad uscire dall’angolo e dare un segnale di vita lo deve ai suoi outsider. Lo deve al giovane Iling che ha ancora tutto da dimostrare e già tanto sta dimostrando. Lo devo all’indomabile Gatti: la sua stagione un’epica che in pochi mesi racchiude bassi e alti di un’intera carriera.
 
Non lo deve ai suoi big, ai calciatori più attesi. Non lo deve a Vlahovic che fallisce più occasioni, che si innervosisce e lascia il campo visibilmente arrabbiato con Allegri. Non lo deve a Di Maria, lontano parente del calciatore decisivo nella prima parte di Europa League.
 
Falliscono i big che, probabilmente, hanno già alzato bandiera bianca e, chi lo sa, magari pensano già ad un futuro lontano da Torino. Sono decisivi gli outsider, chi ha ancora tutto da guadagnare e non si lascia condizionare da quello che gli succede intorno, perché non se lo può permettere. Indicazioni importanti per Allegri, note da portarsi dietro per questo finale di stagione.