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Un cambio di passo sul mercato, che poi è un cambio di mentalità: la Juve oggi cede chi vuole restare. Sono lontani i tempi di Marotta, della Juve che non ha 'esigenze di vendita' e delle uscite mai improvvisate e sempre programmate. Tempi duri e diversi, un po' per la borsa, un po' per la dimensione che la società bianconera ha acquisito: una squadra che in estate viene assemblata, non più puntellata. 

GLI ESEMPI - E allora: ecco Dybala, primo sacrificabile sul listino delle plusvalenze da costruire. Prima di lui c'è stato Spinazzola, verosimilmente ci sarà Cancelo. E come lui toccherà a Sami Khedira, alla ricerca di un posto al sole in Premier League ma non ancora in grado di piazzarsi da solo un'offerta vera, concreta, che insomma faccia accelerare il passo alla Juve. Higuain è invece un caso a parte: gli accordi con la Roma ci sono da un pezzo, 9 milioni di prestito oneroso con 27 già scritti per il riscatto obbligatorio. Chiude l'esterno basso portoghese: l'affaire con il City è una questione di ore. La Juve si è decisa a prendere l'indesirato Danilo pur di sacrificare Cancelo in nome delle sacre entrate. 

NO, SIR - La resistenza - armata solo di contratti lunghi e corposi - è la chiave di un'estate complicata alla voce cessioni. Paratici è a Londra, anche perché il mercato di Premier, seppur con la clessidra che scorre velocissima, è un abile alleato. Soprattutto ricco. Proverà fino alla fine a piazzare gli esuberi e i 'contenti', mentre Sarri a Torino cerca di modellare il materiale umano che ha a disposizione. Materiale che cambierà: perché la Juve ha già fatto sconti in qualche trattativa, però non replicherà il colpo con i calciatori sotto contratto. Pian piano, consapevole delle tempistiche, troverà il modo di recuperare tempo e denaro. Son cambiati, tempi e passi. E' un'altra Juve, ancor più cinica.