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Lo sviluppo della Juventus passa inevitabilmente dal rendimento della famiglia che da sempre, eccezione per una breve parentesi nel Dopoguerra, la controlla. Gli Agnelli legano il loro nome alla squadra così come i grandi campioni che sono passati e, per forza di cose, i successi imprenditoriali della Exor - la società che ha ora a capo John Elkann - valgono quasi come uno scudetto. Anzi, lo valgono appieno, visto che l'una è indissolubilmente ancorata all'altra. Secondo quanto riportato da Bloomberg, la fusione tra Fiat Chrysler Automobiles NV e PSA Group (Peugeot) ha un vero e proprio vincitore: gli Agnelli, per cui il valore delle azioni possedute nella nuova società è salito fino a 800 milioni di euro. Le azioni Fiat sono aumentate di circa il 18% negli ultimi due giorni, decisamente meglio rispetto a quanto capitato agli azionisti Peugeot (tra cui anche il governo francese): le loro quote sono diminuite di circa 250 milioni di euro ciascuna da martedì.

Insomma, gli Agnelli non sono tali solo grazie al pallone, ma questo è noto e risaputo: il patrimonio di 10 miliardi di euro, diviso tra i vari rami della famiglia, è figlio di una lunga attività imprenditoriale che ha avuto la Fiat al centro, oltre alla Juventus, la Ferrari successivamente e, infine, anche la rivista Economist. Insomma, un impero trasversale, che trasversalmente si è sviluppato. Sia quando l'Avvocato, Gianni Agnelli, ha rilevato la Fiat al nonno nel Dopoguerra, sia sotto la più recente guida di Sergio Marchionne, il compianto Amministratore delegato che ha curato la transizione a Fiat Chrysler. Fino ad arrivare a John Elkann, che sarà il presidente della società incorporata ( di cui Exor sarà il suo principale azionista con una quota del 14% circa).