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Sottomessa, come ha scritto qualcuno sui giornali. Un aggettivo più azzeccato non avrebbero potuto trovarlo. Perché è proprio come scrivono, la Federazione è sottomessa all’Inter, e finalmente qualcuno inizia ad accorgersene e ad avere il coraggio di dirglielo.
L’occasione l’ha offerta, involontariamente, il povero Sebastiano Esposito
, ragazzino di talento della Primavera dell’Inter, che suo malgrado si è visto privare della soddisfazione di partecipare ad un Mondiale per decisione categorica di Conte (noi lo conosciamo bene, è fatto così)  e accondiscendenza totale della FIGC . Con tanti saluti alla divisa verde sfoggiata dalla Nazionale maggiore a simboleggiare la rinascita dei giovani talenti, il rilancio dei vivai, la new-wave tricolore. Solo ipocrisia. Appena l’Inter ha fatto la voce grossa ed ha bloccato la convocazione del capocannoniere della selezione azzurra Under 17, da via Rossellini si sono subito allineati e genuflessi.

QUANTO GIOCHERA' - Capisco le esigenze di Conte e dell’Inter, costrette a sopperire in qualche modo all’emorragia in attacco dopo lo stop forzato di Sanchez causa infortunio, però – parlandoci chiaro – Esposito quante possibilità avrà di giocare da qui a primavera, quando Alexis dovrebbe rientrare? Soprattutto, cosa costava a Conte privarsene per nemmeno un mese, considerato che il torneo Under 17 inizierà a fine ottobre e terminerà a metà novembre, sempre se la Nazionale di Nunziata non venga (e non glielo auguriamo) eliminata prima? Con Lukaku, Lautaro e Politano avrebbe tranquillamente potuto gestire l’emergenza per 20 giorni. Hanno pure una parte di ragione coloro i quali si indignano per il bailamme venutosi a creare  per una manifestazione, appunto il Mondiale Under 17, che con ogni probabilità sarebbe passata sottotraccia senza il caso-Esposito.

IL PRECEDENTE - Ma è il comportamento federale che lascia perplessi: devi partecipare ad un Mondiale, e ti privi volontariamente del tuo migliore attaccante per fare un favore all’Inter. 
Vi ricordate nel 2014 come rispose invece il ct Prandelli proprio a Conte, allora allenatore della Juve, quando si vide appiccicare dal talentino l’etichetta di maleducato per aver convocato un giocatore appena uscito da infortunio? “Le convocazioni le decido io e non devo chiedere il permesso a nessuno”.  E vi ricordate il casino che si scatenò  tra FIGC e Juve quando quest’ultimala  rivolle subito a Vinovo un Chiellini convocato in Nazionale nonostante alcuni problemi fisici?

SOTTOMESSA - Stavolta, invece, per Esposito la Federazione non ha mosso un muscolo. L’Inter ha imposto, la FIGC ha avallato. Quasi come se non avesse alcun diritto di portarsi in Brasile il giocatore. Quasi non avesse competenza in materia.
“Incompetenza”. Una parola spesso utilizzata in Federcalcio quando non ci si vuole sporcare le mani. E, osservate la strana coincidenza, tirata fuori ogni volta che c’è di mezzo l’Inter, e solo con lei. Omaggiata nel 2006 di uno scudetto mai vinto sul campo (il famoso “cartone”)  proprio dalla Federazione, la quale  – nonostante le pesanti accuse formulate dalla sua stessa Procura nei confronti del club nerazzurro – dichiarò di non possedere le competenze per poterglielo togliere. Non solo, non si permise nemmeno di censurare i comportamenti degli allora massimi dirigenti interisti. Oggi  non sembra nemmeno dispiacersi di non poter utilizzare il proprio goleador nel torneo iridato under 17. L’Inter chiede e la FIGC esegue.  Sottomissione, ovvero “tendenza ad un comportamento docile e remissivo” riporta il vocabolario della lingua italiana. Non è forse così?