commenta

Non è una tragedia, né una commedia, né uno atto unico surreale. È cronaca: una incredibile batteria di fuoco si è abbattuta sulla Juventus da quando il Napoli non si è presentato a Torino per giocare la partita. In attesa del giudizio (assai procrastinato), un giorno sì, uno no, dall’ex capitale del Regno delle due Sicilie partono avvertimenti. E non dai soliti giornalisti, addetti stampa, commentatori delle radio TV locali.

GLI 'ATTACCANTI' - No. Si va dal Governatore ai magistrati. Dopo il dr. Lepore, ex capo della Procura di Napoli, il quale si vanta di aver mandato la Juventus in serie B e dice che l’avv. Agnelli si sarebbe accordato per il rinvio della gara, tocca ora al dr. Catello Maresca. Il sostituto Procuratore si dice molto deluso dal comportamento della Juventus e dall’andamento del calcio in Italia. Per il magistrato si tratta "d’una brutta pagina e sembra un caso, però capita sempre con la Juventus". Già, è sempre colpa della Juve.

INTERROGATIVO E RISPOSTA SARCASTICI - Una domanda è lecita: quando mai prima d’una decisione sportiva scendono in campo, da una parte sola, a ripetizione, le istituzioni politiche e giudiziarie? E perché? Ma è chiaro: lo fanno per senso sportivo, per il bene del calcio, per la salute nazionale. Il tifo non c’entra nulla, la volontà di condizionamento nemmeno, “il sentimento popolare antijuventino” men che meno. Neanche i Savoia e la questione meridionale. Certo, la decisone del giudice sportivo, attesa a minuti, comunque vada non sarà mai quella giusta ovvero 3 a 0 a tavolino per il Napoli e penalizzazione di un punto alla Juventus. Facciamo due, se no dicono che siamo tirchi.