IL VERO CAMBIO - Ma nella giornata dei pochi volti e di nessun sorriso, quella in cui si è chiuso in fretta e furia uno dei cicli più vincenti della storia della società, col clima triste e la pioggia battente, a cambiare davvero sembra la posizione di Massimiliano Allegri. Si diceva: sarà plenipotenziario. Si dice oggi: avrà in mano tutta l'area tecnica. E in particolare il compito di trasmettere il senso di continuità di un club che cambia guida, non padrone. Assolutamente non dna. Il mister dunque non si limiterà ad essere mister: sarà il braccio destro di Cherubini in questa prima transizione del club - lo stesso Arrivabene garantirà il passaggio di consegne, ma corre verso i saluti - e soprattutto l'uomo sul quale tutti faranno affidamento per non perdersi nel marasma di notizie, cambi, scossoni, inchieste, paure. Tante paure.
LA CENA - Anche per questo, l'ultima cena (in senso profano) di Andrea Agnelli assume il significato di un vero e proprio passaggio di testimone: l'ormai ex numero uno bianconero ha passato le ultime ore da capo della Juventus con l'allenatore che più di tutti ha ri-voluto a Torino, con il quale ha stretto un rapporto di amicizia grande, importante. Tale da portare a difendere Max in ogni sede, anche con i più stretti collaboratori e consiglieri. In una Torino fredda e per mille versi malinconica, Agnelli gli ha chiesto di portare avanti la Juventus. Anche senza di lui, anche senza garanzie sul futuro. Max ha accettato l'onere e l'onore, a prescindere dal contratto: glielo deve (pure) da amico.