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Non è stata una giornata felice per gli arbitri italiani, sia quelli impegnati in campo che quelli seduti davanti al monitor della Var. Ma va bene così. Indipendentemente dai risultati finali, perché gli errori (anche quelli pesanti) fanno parte del gioco? Sì, forse, sarebbe bello. Per molti invece va bene così per il semplice fatto che questi errori, più o meno evidenti, non hanno soffiato il risultato finale verso la Continassa. La quasi festa sarebbe diventata apoteosi, se al contrario questi errori fossero serviti per far perdere punti alla Juve: così non è stato. E allora di rumore anche sui social ce n'è davvero pochino. Ma anche questo è un bene, sinceramente va bene così. Invochiamo però che sia così sempre e comunque, invece questo lucido silenzio anche da parte di illustri influencer (giornalisti e non) fa parte sì del gioco, ma del loro gioco. Che spesso diventa pericolosamente inneggiante all'odio e alla violenza: grave se in maniera consapevole, ancor più grave se inconsapevolmente.


Nel dettaglio. Il Pairetto più giovane della famiglia arbitra il Napoli arrivando alla partita con l'Empoli carico di pressioni, il gruppo di Ancelotti vince lo stesso senza alcun episodio arbitrale a favore o contro, ma il carico di veleni e proteste preventive si era già consumato all'insegna del più classico dei “chiagni e fotti” (chiedendo scusa per una proposta stilisticamente non corretta della lingua napoletana). L'Inter domina contro il Genoa ma sblocca il risultato con un gol evidentemente in fuorigioco, il tocco sfortunato di Biraschi è tutto fuorché una giocata capace di far ripartire una nuova azione e quindi consentire a Gagliardini di tornare in gioco: la gara è a giustificare la scelta, mica altro. Non una novità. Infine si arriva a Juventus-Cagliari, visto a velocità normale e rivisto alla Var, il tocco di braccio in area di Bradaric è evidente tranne che per Mariani. Un bel filotto di situazioni, non c'è che dire. 


Quanto basta per mettere a tacere dietrologi e complottisti? No. Assolutamente. Sarebbe bello, ma non ci illudiamo. Quanto basta per vedere tanti fenomeni fischiettare, fare finta di niente e godersi un fine settimana diverso dagli altri. Non in classifica e nemmeno in campo. Ma sui social: brutta storia, rischierebbero di cadere anche gli ultimi (finti) alibi. Tanto di queste giornate, che negli ultimi anni si sono verificate piuttosto spesso, l'importante è dimenticarsene. E se qualche juventino dovesse ricordarle, sarà sufficiente rispolverare il repertorio. D'altronde, ormai, l'unico arbitraggio buono ormai è quello che penalizza la Juve, non quello giusto. Ma va bene così...