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E chi se la lascia sfuggire l’occasione quando c’è di mezzo la Juventus?

Se vincono, anche di corto muso, è un trionfo, se perdono la colpa è dell’arbitro o peggio dei giocatori. Sì, li additano addirittura alle loro folle per irriderli e sfotterli. Lo fanno i tifosi? No. I giornalisti “embedded” delle radio e delle televisioni locali, i professionisti del marketing antijuventino, gli “opinionisti” avvelenati, gli ex prefetti  o ex procuratori di parte avversa, gli onorevoli pronti a lasciare un segno ai posteri con un interrogazione? No. Quelli erano bei tempi.

Se non lo fanno alcuni presidenti specializzati (vedi Aurelio De Laurentiis) o gli allenatori (vedi Mourinho) ci pensano i dirigenti, ci pensa la società. Prendi Pradé. Direttore sportivo della Fiorentina. Siccome molto dignitosamente Italiano non ha commentato episodi e non si è lamentato, ma si è legittimamente doluto di aver perso una partita ben condotta dalla sua squadra, siccome la Fiorentina se vince contro la Juve con 2 rigori contro e un’espulsione non data è sport, ma se perde è furto, sempre e comunque, allora ci pensa lui: Pradé.

La mano in area di Danilo era rigore netto! E fin qui non ci schiodiamo da una vulgata straripetuta, ma addirittura il povero Vlahovic è stato “picchiato dall’ inizio alla fine”. Si va però, ancora oltre con la denigrazione e l’incitamento contro qualcuno. Su “Tik Tok” la Fiorentina posta un proprio video che ripropone il fallo di Milenkovic su Chiesa, con relativo secondo giallo ed espulsione per il difensore viola. Il video è accompagnato da una telecronaca di tuffi di Stefano Bizzotto: “Eccola Tania Cagnotto con un doppio salto mortale e mezzo indietro carpiato”. Dopo lo scroscio dell’acqua, il commento tecnico: “Leggermente scarso”.

Poi la Fiorentina ha rimosso il post in questione. Che senso dello sport si pretende non dico d’insegnare, ma di comunicare, quando i dirigenti  e le società si trasformano in ultras? Qualcuno glielo ha fatto notare (a Pradé, alla Fiorentina?) e il video è stato rimosso, ma la nobiltà del gesto rimane.