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9.00 - Arrivano le scuse de Il Roma: "Imperdonabile leggerezza, siamo mortificati".

La cosa che ciascun giornalista dovrebbe sempre evitare è quella di "fare le pulci" ad altri colleghi. L’esercizio della professione di giornalista, esattamente come tutte le altre, comporta talvolta scivoloni ed errori. Quindi molto meglio sorvolare perché, prima o poi, capita a tutti di sbagliare. Ciò che hanno combinato, però, i colleghi del quotidiano “Il Roma” non è un errore ma un vero e proprio orrore da brividi e da disgusto.

Francamente non volevo credere ai miei occhi quando ho letto il titolo dell’editoriale relativo alla rubrica “Pillole” redatta da Clemente Hengeller.“La Juve a Genova è caduta come il ponte”. Inammissibile. Inaccettabile. Accostare, anche soltanto timidamente o in maniera allusiva, il risultato di un evento calcistico a una fra le più grandi e gravi tragedie che hanno colpito non soltanto una città, ma l’Italia intera sarebbe già stato di per sé un fatto grave. Mettere a confronto la Juventus con il ponte Morandi non è soltanto vergognoso, ma orribile.

Viviamo, nostro malgrado, in un’ epoca dove la velocità sfrenata fa da metronomo persino per i nostri pensieri. La stessa consultazione di un giornale, molto spesso anche se sciaguratamente, si risolve con la lettura del titolo e basta. Pensate un poco questo titolo! Ebbene, chi lo ha redatto  o è un folle e scriteriato oppure, mi auguro per lui e per la categoria, aveva appena terminato una cena frugale annaffiata da un bel po’ di vino. Oltre al pugno rifilato in pieno stomaco ai lettori del più antico quotidiano d’Italia, il collega titolista ha anche mancato di rispetto all’opinionista autore dell’articolo e al senso del “pezzo” da lui scritto.

Naturalmente non sono esenti da colpe neppure coloro i quali, prima che il giornale venga dato alle stampe, hanno l’obbligo di controllare il prodotto e di rimediare sul filo di lana a possibili e fatali errori. Il placet, poi, lo deve dare il direttore. Ma forse l’altra sera Pasquale Clemente era in ferie. Da segnalare che il “Il Roma” non è un foglio da quattro soldi e chi ci lavora dovrebbe comunque ricordare che per questa testata scrissero cavalli di razza come Pirandello e Longanesi. 

Ora, oltre alle scuse del direttore e anche dell’editore, ci si attende l’intervento  dell’Ordine dei giornalisti napoletani e quello dell’Ordine Nazionale della Stampa. Altrimenti si dovrebbe dare ragione ai Cinque Stelle quando affermano che siamo una categoria di cialtroni. Il che non è vero.