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La mania di persecuzione è una brutta sindrome. Ti assale, talvolta, al punto di recitare un copione che però, si discosta sempre più dalla realtà. Ed il passato, il ricordo di episodi lontani del tempo, non funziona quando c'è da analizzare il presente. L'Inter pareggia in casa contro l'Atalanta, ma tira anche un sospiro di sollievo. Perché - secondo la logica nerazzurra - sono loro ad aver fatto "la Juventus" a questo giro. Un furtarello, insomma, non programmato: perché si è visto molto bene il gesto di Lautaro Martinez, che non ha detto "mani in alto", ma con le mani in basso ha afferrato la caviglia di Rafael Toloi nel pieno dell'area nerazzurra. Sarebbe stato rigore, espulsione dell'argentino e, soprattutto, l'Atalanta avrebbe avuto un'occasione in più oltre a quella sprecata da Muriel dal dischetto pochi minuti dopo

Insomma, ci sono argomenti su cui discutere, se non altro perché la linea tenuta dai tifosi nerazzurri, spulciando qua e là sui social, è proprio quella del "Ah, ma quale Lautaro. E Cuadrado?". Cheffà? verrebbe da aggiungere pensando ad altre polemiche in altre sedi. Insomma, un piagnisteo inutile, ad oggi, quando ci sarebbe solamente da fare mea culpa. Lo stesso che potrebbe iniziare a fare anche la Lazio, che forte dell'assoluta centralità di Claudio Lotito nelle manovre politiche del grande calcio, continua a lamentare una certa marginalità nella Serie A di questi anni. Peccato che la Lazio, ad oggi, sia la squadra che abbia ricevuto più rigori a favore (11), complice sì la verticalità del gioco di Inzaghi, ma sui quali si dovrebbe cominciare a riflettere prima di lamentarsi. 

La colpa però, ricade sempre sulla Juve, forse perché le outsider ricordano più i tempi in cui potevano competere a livello tecnico che non i giorni di oggi. I bianconeri hanno quasi perso quell'aura di squadra che ha bisogno degli aiutini, per il semplice motivo che i valori messi in campo difficilmente sono inferiori a quelli degli avversari, che si chiamino Inter o qualsiasi altra squadra di Serie A.