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C’è la parte mediatica, fatta di sfilate davanti la sede di procuratori e intermediari, di sussurri fatti filtrare. Poi, però, c’è quella più concreta, di affari chiusi, come quello di Onana, accelerazioni, come quella per Lukaku, e trattative definite, in attesa delle ufficialità, come quelle per Dybala e Mkhitaryan. Insomma, l’Inter e Marotta – al di là di tutto quello che si dice sulle difficoltà economiche della proprietà -, affondano sul mercato, intenzionate ad ampliare il gap con le altre squadre. Chi, invece, quel gap è chiamato a colmarlo come la Juventus, sembra essere immobile.
 
Ok, Pogba è colpo chiuso, ma manca ancora l’ufficialità. Da circa un mese si aspetta la risposta di Di Maria, calciatore di inestimabile valore, ma siamo convinti delle motivazioni? La Juventus può limitarsi ad essere un passaggio preparatorio al Mondiale? Per il resto, a parte i tanti nomi accostati ai bianconeri, sondati e ricercati, tutto tace, sul fronte concreto delle trattative, delle firme sui contratti, delle visite mediche.
 
Marotta non è più un dirigente Juve, inutile pensare al passato. Però, la squadra di mercato bianconera non sembra fare nulla per farlo rimpiangere. Certo, la colpa non è esclusivamente di Arrivabene e Cherubini, ma anche di quei calciatori che, accomodati sui ricchi ingaggi concessi dalla gestione precedente, non accettano destinazioni diverse da Torino, bloccando di fatto gli slot che Allegri vorrebbe occupare con altri uomini pescati dal mercato. Un mercato immobile, un gap che si amplia: le premesse sono tutt’altro che rosee.