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'Football Director', è questa la nuova carica di Federico Cherubini (QUI tutti gli altri ruoli del nuovo asset). Il dirigente della Juve lavorerà a stretto contatto con Fabio Paratici, proprio come faceva a Foligno insieme a Marcello Pizzimenti, ex ds del Perugia al quale è legato da un'amicizia storica. Sempre insieme fianco a fianco, dal campo alla scrivania, dal Serie D alla promozione in B sfiorata per un pelo. Pizzimenti ha conosciuto il Cherubini calciatore e dirigente, l'amico e l'uomo. Un rapporto che dopo tanti anni è più soldi che mai: "Nasce quando eravamo tutti e due giocatori negli ultimi anni di carriera in Serie D a Foligno. Federico era il capitano di quella squadra: una mezz'ala mancina che abbinava quantità e qualità. Un giocatore... alla Davids - ci racconta Pizzimenti - Lì abbiamo vinto il campionato, e quando siamo saliti in C2 il presidente nominò Cherubini dg e io responsabile dell'area tecnica e scouting. Dopo tre anni da compagni di squadra siamo partiti con questa nuova avventura insieme da dirigenti".

Com'è andata?
"L'inizio è stato molto duro, faticoso e traumatico: quasi uno choc. Dopo le prime nove giornate eravamo penultimi in classifica. Allenatore esonerato, andiamo in panchina io e Federico. Lui era molto silenzioso, un grande collaboratore. Alla fine, grazie a un mercato studiato nel minimo dettaglio tra svincolati e sessione di gennaio, siamo riusciti a salvarci senza passare neanche dai playout. Più in generale, abbiamo vinto due campionati su tre salendo in C1 e sfiorando la Serie B eliminati dal Cittadella".

Com' il Cherubini dirigente?
"Eccezionale. Ha messo in vetrina una città piccola come Foligno grazie alle sue grandi qualità sotto l'aspetto sportivo, di marketing e societario. Già allora si vedeva che sarebbe diventato un grande. Aveva già metodo perché contemporaneamente alla sua carriera da calciatore era il responsabile di una note agenzia e con il fratello gestiva un'azienda di eventi e marketing. Già da giovane aveva le idee chiare su come svolgere il suo lavoro". 

Qual è la sua caratteristica migliore?
"La gestione dell'azienda. Federico è una persona che dà equilibrio a una società, sa in che momenti fare determinate cose, e non parlo solo dell'area sportiva. Ha qualità manageriali molto importanti. Inoltre, a Foligno è stato bravissimo in un periodo complicato sotto l'aspetto economico nel quale lavoravamo in autogestione. Non c'erano altre entrate se non dalle cessioni e dal marketing".

Qual è la trattativa più importante che avete chiuso insieme a Foligno?
"Siamo stati molto soddisfatti di aver portato Marco Parolo. Veniva da due anni non esaltanti alla Pistoiese, a dire la verità non ce ne parlarono neanche benissimo ma noi insistemmo. All'epoca aveva 19/20 anni e lo prendemmo in comproprietà dal Chievo. Il nostro target era quello: o eravamo in giro per campetti di terra, o cercavamo ragazzi con qualità ma che magari venivano da stagioni negative e volevano riscattarsi. Per esempio, prendemmo Falcinelli dal Sassuolo perché l'avevamo già visto al Pontevecchio. E lo portammo in C1".

E il rimpianto?
"Mauro Icardi. L'agente Savini ce lo propose quando eravamo in C1 appena arrivato in Italia, disse che era la piazza ideale. La trattativa la stava portando avanti Federico, abbiamo sfiorato un grande colpo".

Ma è vero che prima di andare alla Juventus è stato molto vicino al Perugia?
"Sì, l'ultimo al Foligno lo chiamarono per dirigere il Perugia ma lui disse di no perché c'era già l'imbeccata della Juve".

Lavorando dietro le quinte ha vinto 8 degli ultimi 10 scudetti della Juve.
"Come nei matrimoni dietro a un uomo c'è sempre un grande donna, io dico che dietro a un grande direttore come Paratici c'è un grande collaboratore come Cherubini. Federico è cresciuto molto in bianconero dietro a Marotta, oggi è una persona diversa da quello che è entrato alla Juve".

Siete rimasti in contatto?
"Certo. L'ultima volta l'ho sentito tre giorni fa, quando viaggia per lunghi tratti ci sentiamo spesso. Molte volte capita che lo sento per chiedergli consigli".

Recentemente avete chiuso il prestito di Nicolussi Caviglia a Perugia. Com'è andata?
"E' tosta trattare con Federico, non molla mai. Sia io che lui siamo due aziendalisti, ogni tanto abbiamo anche discusso. Insieme, con anche Paratici e Goretti, non abbiamo chiuso solo Nicolussi Caviglia: tra Perugia e Juve ci sono ottimi rapporti, abbiamo fatto anche Cerri, Spinazzola, Leali... Cherubini è un manager che ha tanta fantasia nel trovare gli accordi, credo che Paratici abbia capito subito le sue qualità e per questo ha deciso di metterselo al suo fianco".

Ci racconta la sua esperienza al Perugia?
"E' stata molto importante, abbiamo dato a tanti giocatori l'opportunità di mettersi in vetrina. Penso a Conti, Spinazzola, Magnani, Mancini, Cerri, Di Carmine, Faraoni, Pajac e tanti altri. Poi purtroppo l'anno scorso è arrivata la retrocessione, ma quelle sono cose che capitano. Ora guardo al futuro: mi sto aggiornando su tutto, perfezionando l'inglese e studiando giovani italiani e stranieri per farmi trovare pronto se dovesse arrivare qualche chiamata".