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La sconfitta della Juventus contro l'Empoli, in casa 0-1 contro una neopromossa, ha ricordato pericolosamente il ko, con lo stesso punteggio, della scorsa primavera contro il Benevento, che "ufficializzò" il baratro della Juve di Pirlo. E se facciamo il paio con il pareggio rimediato nella gara inaugurale contro l'Udinese, il parallelo tra le due formazioni assume contorni sempre più netti. Questa Juve è ancora informe, Max Allegri è ancora sulla strada degli esperimenti, a maggior ragione che Ronaldo è andato via all'ultimo e il mercato non è ancora finito. E non fa davvero paura a nessuno: inizia a folate e finisce in confusione. Solidità poca, molto poca. Mentalmente, prima di tutto.

Il precedente storico a cui aggrapparsi è quello di sei anni fa, spesso citato, ma ora a ragion quanto mai veduta dato che si tratta dello stesso allenatore di allora. All'epoca la Juve allegriana, "orfana" anche in quel caso di Pirlo ma come giocatore, e anche in quel caso con una fatica tremenda a trovare chi mettere in cabina di regia (Padoin dell'epoca come i Ramsey-Danilo di oggi), si ritrovò nella parte destra della classifica. Alla decima giornata, non alla seconda. E poi diede il via a una rimonta clamorosa che valse lo scudetto 2015-2016.

Provaci ancora, Allegri!