commenta
Dopo aver parlat a Espn, l'ex allenatore della Juventus Max Allegri ha rilasciato un'intervista anche ai microfoni del Corriere della Sera. Allegri si è focalizzato su come sta cambiando il calcio: "I giocatori africani lo stanno spostando sul lato fisico. La qualità rimane fondamentale, ma la base si sta trasformando. Inoltre, sta tornado di moda il contropiede. Il calcio di Guardiola non è chiunque, non tutti hanno giocatori come Iniesta, Xavi o Messi. Mi arrabbio con Sacchi quando dice di tenere il pallone ed essere propositivi. Ricordo quando il suo Milan fece cinque gol al Real Madrid: era una squadra che giocava in verticale, dritto per dritto in contropiede;mentre il Real si scambiava il pallone con calma".

L'ALLENATORE - "E finalmente si è scoperto il vero ruolo dell'allenatore. Non esistono schemi o intelligenze artificiali, quello che conta è l'occhio del tecnico. Non serve troppa tecnologia per capire le cose, ma c'è bisogno di un bravo allenatore. Oggi, invece, girando anche per i campi dilettantistici, vedo allenatori che parlano con frasi fatte. E questo mi spaventa. Il calcio non è solo schemi, ma bisogna capire le caratteristiche dei giocatori e integrarli nel modo giusto in base alle loro qualità. E queste sono cose che si sentono, non le può spiegare un algoritmo o un tablet. Il vero allenatore si vede il giorno della partita".

IL DIRIGENTE - "Un'altra cosa che mancano sono i dirigenti. E' arrivato il momento di formarne di nuovi. Lavorando con gente come Galliani o Marotta è tutto più semplice. Nella mia carriera è stato fondamentale Cellino a Cagliari. Bisogna costruire il futuro e i nuovi dirigenti: si devono fare corsi d'istruzione ed esami per competenze specifiche. Coverciano lo metterei in mano a due come Lippi e Capello, allenatori ancora giovani ma che hanno vinto di tutto in carriera. Basta amici di amici, oggi non sappiamo a chi mettere in mano le squadre".

NAZIONALE - "Mancini sta facendo un gran lavoro, è diventato una persona seria e severa. Il nostro è un mondo pieno di professori, Roberto invece è un maestro che fa un calcio semplice e ne parla con tutti".

GIAMPAOLO - "Quest'eravamo a Pescara io, Galeone e Giampaolo. A Marco dissi che al Milan non si scherza, che non serviva fare una squadra di fighetti altrimenti sarebbe finita male. Suso non era il fantasista del quale aveva bisogno, l'allenatore doveva adattarsi alla situazione. Se non aveva aveva il regista, nulla gli vietava di giocare con due mediani davanti alla difesa. L'importante è la qualità dei giocatori e la competenza dei dirigenti. Che è il problema del nostro calcio".

PRESENTE E FUTURO - "Tornerò, ma non prima del prossimo anno. Le domenica le passo in giro per il Piemonte seguendo i tornei di calcetto di mio figlio di 8 anni, che però vuole fare il pilota di Formula 1".

Allegri: 'Torno a giugno per vincere. Fare male dopo 5 anni di Juve mi farebbe arrabbiare'