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Le cose cambiano. Proprio in casa Juve se ne sono accorti sulla propria pelle, mai come negli ultimi anni i piani sono cambiati e ricambiati, tra un rinnovamento societario avvenuto per scelta e una rivoluzione imposta dalle circostanze. Anche a livello tecnico e progettuale, le cose cambiano. Basti pensare alle situazioni legati ai due giocatori attualmente in prestito alla corte di Max Allegri. Come Leandro Paredes, arrivato sul gong del mercato dopo anni di corteggiamento con una formula che sembrava garantire un lungo percorso in bianconero per il centrocampista argentino, lasciando abbondantemente sicuro anche il Psg di poter registrare questa cessione a titolo definitivo: invece la Juve è uscita già ai gironi di Champions facendo decadere l'obbligo di riscatto, il rendimento al di sotto delle aspettative hanno poi convinto il club a non esercitare nemmeno il diritto di riscatto nonostante i tentativi del Psg di rivedere l'accordo originario. E Arek Milik? A un certo punto sembrava scontato il riscatto, poi in realtà la Juve ha rimandato ogni ragionamento al termine della stagione, provando a ottenere nuove condizioni economiche dal Marsiglia e valutando con estrema attenzione ogni aspetto di un investimento che da fuori sembra abbondantemente a buon mercato (7 milioni più 2 di bonus pagabili in tre esercizi). Allo stesso modo è sul fronte prestiti, ma tra chi è ora lontano da Torino, che i piani sono cambiati più o meno a sorpresa con la Juve che vede seriamente sgretolarsi quel tesorone da 150 milioni e oltre previsti dai riscatti di tutti quei giocatori ceduti a titolo temporaneo: niente obblighi, solo diritti, anche quelli che apparivano garantiti come Dejan Kulusevski ora sono seriamente in discussione.

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