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Allora è possibile per davvero vedere la Juventus giocare meglio, non è una pretesa così assurda. “Si può fare!” come diceva qualcuno. Dopo aver inanellato per mesi una serie di opache prestazioni, contro l’Udinese abbiamo potuto finalmente assistere ad una gara divertente, dominata in lungo e in largo da quella che potremmo definire la seconda squadra Juve, considerato com’era imbottita di seconde linee. Riserve, però, di ottima qualità se sono state in grado di strapazzare i friulani e di offrire uno spettacolo decisamente migliore di quello prodotto fino a domenica scorsa dai titolari. Vuoi anche perché qualcuno gli avrà detto di giocare in una maniera diversa, a dimostrazione che le critiche, ogni tanto, servono a qualcosa.

Soprattutto si è capito quanto vale il millennian Moise Kean: in questa stagione, 2 partite da titolare e 3 gol. Doppietta e rigore procurato soltanto negli 80 minuti con l’Udinese. Se al procuratore Raiola, che da tempo ne pretende (a ragion veduta) più spazio, stanno arrivando richieste da tutta Europa per il ragazzotto, e se Paratici non vuole mandarlo in prestito da nessuna parte ma insiste nel trattenerlo alla Contissa, dopo la gara di venerdì  i motivi paiono evidenti. La Juventus ha in casa un gioiellino, ancora tutto da valorizzare e sfruttare.

Il suo primo gol con l’Udinese è di quelli da centravanti smagato, furbo, rapido. Alla Paolo Rossi, o alla Pippo Inzaghi, tanto per intenderci. Nel secondo, Moise ha sfoggiato doti tecniche sopraffine: scappa via ai centrocampisti friulani, parte in progressione, sfida nell’uno contro uno il  difensore avversario, lo ubriaca col doppio passo e poi piazza la palla sul primo palo colpendola d’esterno. Una perla. Reti così le faceva Drogba. E’ riuscito pure a procurarsi un rigore facendosi fare fallo da Opoku,in vantaggio su di lui ma poi pressato e superato. Svelto di gamba ma anche di cervello, il ragazzotto.

Due gol e una miscellanea di gemme tecniche (sombreri, colpi di tacco, stop al volo di suola, dribbling a go-go) da guadagnarsi la standing-ovation tributatagli dall’intero Allianz Stadium, venerdì sera spaccato sul tifo però unito nel riconoscere al giovane Moise una prestazione maiuscola, da predestinato (forse, chissà). Una notte da Gengis Kean. Personalmente mi sono stupito a vederlo uscire dopo 80 minuti di partita: già non gioca mai, la volta che gli capita di farlo sfodera una performance da incorniciare eppure l’allenatore non gli ha permesso nemmeno di godersi  in toto la serata. Detto con sincerità, la sostituzione non l’ho capita. Per giunta per inserire un altro millennian, Nicolussi Caviglia.  “Deve ancora migliorare  nei passaggi e nei controlli – il giudizio del tecnico a fine gara – però è un 2000 e fa gol”. E ti pare poco, mister? 

Ma poi, cosa deve ancora imparare sto ragazzo? Possiede tutte le qualità necessarie per sfondare nel calcio moderno: tecnica, velocità, rapidità d’esecuzione. Il Millennian perfetto per il football del terzo millennio. Continuare a tenerlo dentro l’incubatrice non ha una logica, per migliorarsi  ancora gli servirebbe proprio giocare di più, ma gare vere non partitelle alla Continassa coi compagni. C’aveva visto lungo Mancini convocandolo già nella Nazionale maggiore (con Zaniolo) e se quelli dell’Ajax premono per poterlo avere per poterlo farlo giocare insieme agli altri lancierini terribili, significa che Moise è pronto. Sono sicuro che nel City di Guardiola giocherebbe quasi sempre e sarebbe capace di fare 30 gol a stagione. Con Guardiola, già…

E Tuttosport rilancia l'idea di Kean titolare al fianco di Ronaldo, già contro l'Atletico: è "tentazione" per Allegri.