CHE NUMERI - Lo scudetto è stato rinviato, ma la sua consacrazione non può più aspettare: il finale di stagione bianconero porta la sua firma e il suo sorriso. Del resto, l'orgoglio è tanto: con il gol di oggi, Kean è arrivato a esultare in quattro partite di fila. Da quando esistono i tre punti, solo lui ha saputo farlo a quest'età. Un solco nella storia del calcio e della Juventus stessa: dopo Bruno Nicolé e Felice Borel, il diciannovenne è diventato il terzo più giovane nella storia a segnare più di sei gol in A con la maglia bianconera. Qui sono rose, pure fiorite. Che profumano di primavera e rinvigoriscono le speranze del domani azzurro. Con Zaniolo, è Moise a colorare le fantasie in ottica Nazionale. Le ovazioni ricevute a Ferrara sono tratto indistinguibile in questo senso.
VERSO L'AJAX - Il calendario e il momento del centravanti impongono allora la più semplice (ma nient'affatto banale) delle considerazioni: perché non dargli fiducia e minuti nella gara che deciderà la stagione della Juve? L'Ajax chiama forte, al momento - tralasciando Ronaldo a mezzo servizio e approfondendo le poco brillanti condizioni di Mandzukic, Dybala e Douglas Costa - insieme allo scalpitante Bernardeschi può e dovrebbe esserci spazio anche per il classe 2000. Che ha fiato nei polmoni e forza nelle gambe. Soprattutto: ha coraggio, intraprendenza e... quel momento lì. Quello giusto. Perfetto mix di motivazioni e di appuntamenti fissi con la sorte. Certe sere, specialmente quando la storia si fa pagina bianca, è l'imprevisto (proprio nel senso di 'non previsto') a dettare le curve del destino. Moise è stato pazientemente preparato a tutto questo, da oltre trenta giorni si è mostrato in grado di affrontarlo. L'onda è quella buona, insomma. L'occasione è quella ghiotta. Nessuno la sprechi, ora.