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Moise Kean dice tutto. L'attaccante classe 2000 della Juventus ha parlato in una lunga intervista a SoccerBible: "Io attaccante da sempre? No, in realtà avevo in mente altro. Volevo giocare come centrocampista, anche se mio padre non ne era contento. 'Devi indossare la maglia numero nove', diceva sempre. Ha anche minacciato di non portarmi più a giocare! Posso dire ora che aveva ragione. La famiglia è importante. È anche grazie a loro se sono arrivato a questi livelli. Impegno, dedizione, temperamento sono tutte cose che ho imparato a casa. Mia madre voleva che studiassi prima, ma non è facile combinare le due cose. Alla fine il mio desiderio di diventare un giocatore di calcio a tutti i costi ha prevalso su tutto il resto. Mia madre è orgogliosa del mio percorso e non avrei mai potuto farcela senza la mia famiglia".

JUVE - "Quando sono arrivato alla Juventus, a Vinovo, ho capito che le cose sarebbero cambiate. La Juventus ti aiuta a crescere e diventare un uomo in tutte le cose che vuoi fare. Impari molte cose senza neanche accorgertene. Tecnicamente sono migliorato, ma la mia ambizione è di migliorare ogni giorno sempre di più. Sono consapevole del fatto che indosso una maglia che comporta delle responsabilità, ma non è un peso. Sono concentrato sul mio percorso. Sono sicuro che al momento non ci sono altre squadre che possano aiutarmi a migliorare tanto quanto può farlo la Juventus. Sono nato qui e ho quasi sempre indossato la maglia bianconera. Ovviamente non so cosa riserverà il futuro, ma quello che è sicuro è che darò sempre il massimo".

RONALDO - "Quando ci alleniamo, cerco di osservare tutte le cose che fa, dal suo atteggiamento in campo alla sua voglia di giocare, di allenarsi e di essere sempre pronto. Allenarsi con grandi campioni ha benefici che non puoi sottovalutare. Non gli ho mai chiesto consigli però, non sono il tipo. Osservo attentamente quello che fa e poi provo a ripetere ciò che ho imparato sul campo".

DROGBA E BALOTELLI - "Drogba è stato sicuramente una fonte d'ispirazione. Mi piaceva molto, era uno dei miei idoli. Guardavo come si muoveva e quanto segnava! Lui è stato fantastico. Tra gli italiani, quando ero più giovane, mi piaceva Mario Balotelli, specialmente durante il suo periodo all'Inter. Anche Mario è stato fonte d'ispirazione per me".

CHAMPIONS - "Penso che la più grande ambizione sia ben nota: vincere la Champions League. Ma ciò che ti insegnano alla Juventus è dare sempre il massimo in ogni sfida, qualunque forma assuma. Alla Juventus non c'è mai un attimo di pausa! Siamo sempre concentrati sulla preparazione, particolarmente dura: dare tutto, per me, significa cercare di essere il migliore. Anche quando abbiamo partitelle amichevoli in allenamento, non voglio perdere. Non puoi mai smettere, questa è la nostra filosofia".

ITALIA - "Non mi sarei mai aspettato la chiamata. Ero a Ferrara con gli U21, subito dopo la partita contro l'Inghilterra. Luigi Di Biagio venne da me e mi disse che dovevo unirmi alla Nazionale maggiore. Puoi immaginare le mie emozioni... Ho debuttato in Belgio contro gli Stati Uniti, entrando nel secondo tempo e penso di aver fatto bene. Indossare la maglia azzurra è la somma di tutto ciò che ho imparato: devi essere sempre pronto, allenarti duramente ogni giorno perché non lo sai mai. È stato un momento molto importante nella mia carriera. Che effetto mi fa firmare gli autografi? Sono molto felice, ovviamente. Non molto tempo fa ero io che li chiedevo, quindi capisco bene come ci si sente di fronte a un giocatore che ammiri. I sogni si avverano, giusto?".