PERCHE' SI' – Il partito del “sì” è quello in questi giorni più nutrito. Ma in questo partito per ora – per ora – non si è ancora iscritto Max Allegri. Tocca la palla e la butta in rete, se non alla prima occasione a quella dopo. Reattivo anche nel finale con l'Atletico Madrid, senza paura si è gettato in profondità sfiorando lui il gol del 3-0 prima del rigore di Ronaldo. Sta bene, corre, ha entusiasmo e faccia tosta. È imprevedibile e punta sempre la profondità. È in questa fase proprio tutto quello che non è Mario Mandzukic, ha in questa fase proprio tutto quello che non ha Mario Mandzukic. Certo, forse a partita in corso potrebbe aiutare la Juve a cambiare marcia, ma anche partendo da titolare non ha mai tradito. Serve coraggio, serve spensieratezza, forse a questo punto serve proprio Kean. E poi ci sono periodi in cui bisogna lasciarsi trasportare dal campo, quello dice che ora Kean è il più in forma: ecco perché sì, deve giocare.
PERCHE' NO – Non tutte le partite sono uguali, non tutte le competizioni sono uguali. Un conto è stupire tutti e trovare gol con continuità in un campionato dove la Juve è semplicemente troppo più forte di qualunque altra squadra. Un conto è la Champions League in una partita da dentro o fuori. Un conto è mettersi al centro di un gruppo che prova a trascinarti, un contro è giocare al fianco di Cristiano Ronaldo attorno al quale ruota tutto. Un dettaglio non trascurabile questo: Kean ha già giocato con tutti i compagni di reparto, tranne CR7. Che al contrario si esprime al massimo delle proprie potenzialità al fianco di Mandzukic, come ha detto e ribadito Allegri in ogni circostanza. E Kean, il lavoro di Mandzukic, non lo può ancora fare, almeno non come Mandzukic. Che magari non segna da mesi, ma sa esattamente cosa serve a questi livelli in queste partite. Ecco perché no, non è ancora il momento di Kean.