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Il necessario turnover tra le due partite di Champions League lo spingerà verso una maglia da titolare contro la Spal. Ma l’ambizione di Moise Kean va oltre una sfida di campionato che pure potrebbe regalare alla Juve il suo ottavo scudetto consecutivo, e punta direttamente al big match contro l’Ajax.

MOISE SU, MARIO GIÙ - Fino a pochi mesi fa pensarlo sarebbe stato da visionari: Kean titolare nel ritorno dei quarti di Champions. Adesso ad innalzare le quotazioni dell’ex “ragazzino” c’è un rendimento da recordman nel 2019 (sei gol in sette presenze tra Serie A e Coppa Italia), che fa da contraltare al momento negativo di Mario Mandzukic. La prestazione del croato ad Amsterdam ha offerto solo una conferma di quanto visto negli ultimi mesi: il colosso della prima parte di stagione si è spento e il suo apporto alla fase offensiva di Allegri è insufficiente non solo dal punto di vista dei gol segnati. Contro l’Ajax, con la fascia da capitano al braccio, Mario ha collezionato zero tiri, zero cross e appena 8 passaggi riusciti. Una punta invisibile, insomma: non il massimo per la Juve nella partita più importante dell’anno.

LA SCELTA GIUSTA - Il cambio di Mandzukic con Douglas Costa nel secondo tempo di Amsterdam ha offerto una prima svolta: ora, in vista della gara di ritorno, gli occhi sono puntati sul vice-centravanti. Per Allegri è sempre stato imprescindibile, ma il match contro l’Ajax potrebbe per una volta aver incrinato “l’intoccabilità” del croato: “Non era la sua partita”, ha sentenziato il tecnico, sottolineando poi la necessità di colpire maggiormente “dietro i centrali dell’Ajax”. Il riferimento non è casuale, Kean ha i numeri dalla sua e quella capacità di attaccare la porta che a Mandzukic manca. Fino a pochi mesi fa sarebbe stata una coraggiosa follia: oggi, un Kean titolare contro l’Ajax appare la scelta più giusta.