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Anche oggi parliamo di cuore. Non della sua rappresentazione poetica e sentimentale, ma proprio di quell’organo del corpo deputato a scandire i tempi della nostra esistenza fisica. Un lavoro, il suo, che può venir compromesso da anomalie o “vizi” di ingegneria biogenetica, i quali impongono di evitare accuratamente stati di ansia, stress, ed emozioni troppo forti. A ciascuno di questi soggetti a rischio, in particolare se tifosi bianconeri, è raccomandabile il suggerimento di tenersi lontani dalla Juventus quando è impegnata in partite di campionato. Almeno per il momento.

Dopo il secondo gol del Genoa, ieri a Marassi, ci sarà sicuramente stato chi si è sentito poco bene. Il fantasma della batosta subita all’inizio della scorsa stagione, infatti, si stava nuovamente e drammaticamente rimaterializzando sul campo del Ferraris. L’espressione di Massimiliano Allegri in piedi davanti alla panchina era più significativa di ogni commento. 

Non sono un ottimista per vocazione naturale eppure, malgrado l’evidenza di un passivo clamoroso, non ho mai dubitato neppure per un attimo sulla concreta possibilità della Juventus di rimontare e addirittura di vincere Un pensiero positivo che non era figlio della fede e neppure della fragile speranza, ma dell’osservazione e della logica.

Il ragionamento imponeva la calma perché era impossibile immaginare che una squadra dalle ambizioni così potenti e prepotenti potesse alzare la bandiera bianca contro una squadra, seppure sicuramente tosta e ben organizzata, di categoria tecnica inferiore come il Genoa. Ma a rincuorare era soprattutto l’atteggiamento dei giocatori bianconeri i quali, dopo la doppia botta, avrebbero potuto perdere la testa, disunirsi e non trovare più il bandolo della matassa.

Mi  è tornato in mente un antico detto cinese. Se il nemico ti strapazza tu rimani immobile e attendi con santa pazienza il momento giusto per reagire. Alla fine vincerai. Ecco, l’insegnamento di Confucio è stato letteralmente applicato dai bianconeri in quella situazione di grande emergenza e il finale si è rivelato persino trionfale grazie alla presenza di un Dybala sempre più mago e sontuoso, ad un Pjanic ispiratissimo fino a quando non si è fatto male e alla gradevole conferma di un Matuidi il quale, dall’istante in cui è entrato, ha dimostrato di essere l’uomo giusto al posto giusto per eseguire quello che si chiama il lavoro sporco.

E’ chiaro, ora, che per evitare certe sofferenze psico-fisiche ai tifosi bianconeri Marotta e Paratici dovranno compiere un paio di ultimi sforzi sul filo di lana del mercato. Naturalmente ciò potrebbe anche non accadere per motivi assortiti e la squadra rimarrebbe quella che è. Ovvero, lo scrissi un paio di mesi fa e lo ribadisco anche se è sempre antipatico citarsi addosso. Sarà una Juventus, per forza di cose, da “brividi” addirittura e paradossalmente “zemaniana” nel senso che dovrà segnare sempre almeno un gol in più di quelli che è destinata a dover subire dagli avversari. Una Juventus indiscutibilmente forte, ma per cuori altrettanto forti.