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    Thiago Motta non scuote (quasi) mai la Juve: cosa racconta la gestione delle difficoltà

    Thiago Motta non scuote (quasi) mai la Juve: cosa racconta la gestione delle difficoltà

    • Stefano Barollo
    Moribda. La gestione di Thiago Motta si potrebbe definire così, nel bene e (soprattutto) nel male. L'allenatore bianconero ha saputo scuotere la squadra in poche occasioni, ancora una volta nel bene e nel male. Già, perché di scosse la Juventus ne ha vissute tante in questa stagione, e spesso sono state tutt'altro che positive.

    La rivoluzione cominciata in estate non è stata (e non avrebbe potuto essere) lineare, e i bianconeri si sono trovati tante volte in difficoltà, con il mantra della ripartenza diventato un tormentone abituale. E la reazione? Senza dubbio è un altro dei temi centrali fin qui: sia la squadra che Thiago Motta non hanno mostrato sempre lo stesso modo di rispondere, né alle difficoltà né ai momenti positivi, ma una costante c'è.

    Di momenti, ce ne sono stati tanti. Diversi, intensi: la forma della Juve è mutata tante volte, ma quella costante di cui parlavamo si trova proprio nell'atteggiamento del suo allenatore, soprattutto quando la scossa era più forte. Motta non ha mai punto in maniera incisiva, portando con sé una scia di leggerezza che non è stata sempre accolta in maniera positiva, soprattutto dai tifosi.
     

    I momenti di difficoltà



    Non è stata di certo una stagione semplice, e non c'è bisogno di dare ulteriori spiegazioni. La Juventus ha provato tante volte a gettare le basi, e altrettante volte le ha disfatte per cercarne altre. Ci sono stati però alcuni momenti che più di tutti hanno certificato i limiti di questa squadra, oltre i quali difficilmente si è saputi andare.

    Uno di questi è senza dubbio la gara di Lecce, fotografia del momento più difficile di questa stagione: una Juve decimata dagli infortuni, caduta nella solita trappola del pareggio. Poche settimane dopo, arriva un'altra delusione, più forte perché esempio di quelle basi gettate e subito perse: la vittoria con il Manchester City e subito dopo il pareggio all'ultimo minuto contro il Venezia.

    Nelle ultime settimane ci sono state altre gare in cui i bianconeri non hanno saputo reagire, dimostrando di avere ancora diversi aspetti su cui lavorare. La Supercoppa con il Milan, l'uscita dalla Champions League e soprattutto la sconfitta di martedì con l'Empoli: ciò che rimane, però, è una mancanza di risposte forti, tranne forse per l'ultima. Ma ci arriviamo subito.
     

    La gestione di Thiago Motta



    Partendo dalla fine, si può trovare forse l'unica nota diversa dalle altre. O almeno, mezza. Già, perché la conferenza stampa post Juventus-Empoli ha rappresentato un cambio rispetto al passato, dovuto anche dalla delusione che forse è stata più cocente di altre. Le parole sono state forti, eppure non si può parlare di durezza o mano pesante.

    Anche quando la Juve è stata in difficoltà (proprio come ora) Thiago non ha mai optato per il ritiro, bensì ha sempre cercato di far scivolare queste criticità. O di smorzarle, cercando di ritrovarsi insieme: prima dell'Inter aveva portato a cena l'intero gruppo, con l'obiettivo di trovare quella chimica che, probabilmente, non c'è stata spesso fin qui.



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