
Pugno al BN: "L'esordio in Serie A mi ha lasciato senza parole. Sogno un Mondiale con l'Italia"
Dall’esordio in Serie A alla rete allo scadere nel derby, passando per un sogno chiamato Mondiale: Pugno ha raccontato ai nostri microfoni le tappe di un’avventura già ben avviata e altrettanto ambiziosa. Con tante pagine ancora da scrivere, in bianconero. E allora, lasciamo la parola al talento della Juventus Primavera.
L'intervista
Comincio chiedendoti come state vivendo questi giorni verso i playoff: come sta la squadra e quale sarà l’aspetto più importante con la Fiorentina?
Sicuramente siamo un ottimo gruppo, lo stiamo dimostrando e l’abbiamo dimostrato. Sarà una partita come le altre, dobbiamo cercare di dare il massimo perché è un quarto di finale: ne siamo consapevoli. L’importante è stare insieme, quello è fondamentale, sappiamo quali qualità abbiamo e le dovremo mettere in campo.
Questa stagione è stata senza dubbio diversa dalla precedente per tanti aspetti: cos’ha fatto maggiormente la differenza secondo te?
Sicuramente il mister ci ha aiutato tanto, perché ci ha fatto diventare un grande gruppo sotto tutti gli aspetti, questo secondo me ha fatto tanto e ci ha aiutato come gruppo e come squadra. Individualmente sappiamo di essere tutti forti, perciò il principale scopo era questo
Fra i momenti più importanti, se non il più importante, c’è stato il tuo esordio in Serie A: com’è stato viaggiare con la prima squadra e soprattutto scendere in campo in quella partita?
È stata un’emozione incredibile, poi con la maglia della Juve che è la squadra più sentita in Italia e tra le più sentite nel mondo. Sono rimasto senza parole e subito non l’ho capito, non ho avuto quel senso di aver esordito. Sono soddisfatto e ringrazio la società.
Come sono stati gli allenamenti con la prima squadra e chi ti ha impressionato di più?
L’intensità fa tanto: si vede molto la differenza con l’Under 20. Il giocatore che più mi ha impressionato è stato Yildiz: lui ha la nostra età e in allenamento non perdeva un pallone e dava sempre il massimo. Consigli? Mi hanno detto soprattutto dopo l’esordio che non era un caso se era successo ciò che era successo, perciò mi hanno detto che sono forte e di continuare a dare il massimo.
Il momento del tuo esordio in Serie A rimarrà sicuramente con te per sempre, anche sulla tua pelle: vuoi raccontarci la scelta di tatuarlo?
La scelta viene dal fatto che lo sogni fin da bambino, come ogni ragazzo che pratica questo sport. Come ho detto prima, dopo averlo fatto con una maglia del genere è stato giusto tatuarlo sulla mia pelle. Sul mio tatuaggio ci sono io che entro in campo contro il Lecce.
Dopo alcune settimane sei tornato in Primavera: com’è stato rientrare a livello di impatto in campo e allenamenti con i tuoi compagni?
Inizialmente vedevo che essendo stato lì qualche settimana andavo leggermente più forte, ma anche qui il ritmo è tantissimo, perciò la differenza era davvero minima.
Tornando ai tanti momenti di questa stagione, c’è la tua firma su tanti gol pesanti: se dovessi sceglierne uno in particolare, quale sarebbe e perché?
Sarebbe sicuramente il gol del derby: vincevamo 3-0 e poi c’è stato un calo d’attenzione che ci ha portato sul 3-3, poi fortunatamente all’ultimo secondo della partita siamo riusciti a ribaltarla.
Mister Magnanelli ti ha dato qualche consiglio in particolare che ti ha aiutato in questa stagione?
Lui mi dice sempre di non venire tanto a giocare incontro perché sa che la mia migliore qualità è l’attacco della profondità. So che anche a me piace giocare e toccare tanti palloni, ma lui mi dice che attaccando la profondità con la corsa che ho sicuramente farò più gol, e penso si sia visto anche rispetto alla scorsa stagione: mi è servito molto.
Qual è stato invece il momento più difficile e perché?
Sicuramente dopo l’eliminazione dalla Youth League, non ce lo immaginavamo per niente. Siamo andati in Turchia sapendo di dover dare il massimo e l’abbiamo fatto, ma ci ha fatto male quell’eliminazione.
C’è qualche compagno in particolare con cui vorresti giocare sempre, anche in futuro? Perché?
Dico Valdes Ngana, perché dà proprio un senso di sicurezza a centrocampo, ti aiuta ed è un lottatore, dà un senso di tranquillità: lui c’è sempre.
Quando esulti mimi un telefono: questa esultanza ha un significato particolare per te? Com’è nata?
È nata con il mio migliore amico, Christian Mancino, quando giocavamo insieme a Borgaro. Lui ha iniziato a farla e quindi essendo migliori amici la replico anche per lui: ogni volta che esulto penso a lui che ora gioca lontano (Monopoli U19, ndr).
Pochi mesi fa hai rinnovato con la Juventus: qual è il tuo prossimo obiettivo con questa maglia?
Sicuramente continuare con questa maglia e cercare di andare in Under 23 nella prossima stagione, oltre a dare il massimo e aiutare la squadra di cui farò parte.
Qual è il tuo sogno più grande?
Il mio sogno più grande è quello di vincere un Mondiale con l’Italia: ancora non ci sono mai stato ma spero che piano piano arrivi anche questo traguardo.
Si ringrazia Diego Pugno e l’ufficio stampa Juventus per la disponibilità.
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