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Beppe Marotta ha parlato dello straordinario finale di stagione della Juventus dagli studi di Jtv. Ecco i temi affrontati dal direttore generale bianconero:

SCUDETTO A ROMA - "Sono sempre dei momenti straordinari nella propria esistenza, rimane dentro qualcosa che difficilmente si può dimenticare. E' stata una nottata faticosa, con la trasferta e lo stress, il post partita è stato pesante ma quel peso è coinciso con la bellezza di un momento positivo".

LA FORZA DELLA SOCIETÀ - "Credo che nello sport la società venga prima di tutto, non ho mai visto vincere una competizione da una squadra che non avesse alle spalle una società forte. E la nostra è una società forte, ha alle spalle la forza di una famiglia e noi questi sentimenti li trasmettiamo a tutti i giocatori. Ottavo scudetto? Per vincerlo dovevamo vincere il settimo, quindi già questo è importante".

IL FUTURO - "Nel calcio si avvicendano giocatori, allenatori e dirigenti, ma non bisogna passare da un sentimento rivoluzionario, ma da un sentimento di evoluzione. I cambiamenti sono fisiologici in un mondo che brucia tutto velocemente".

LE CRITICHE - "Più ci attaccavamo, più noi ci caricavamo. La Juve ha una grande caratteristica, a livello mondiale: è la forza di resistere a tutte queste critiche eccessive, per non dire insulti".

INIZIO DIFFICILE - "Il primo anno è stato difficile, non avevo capito cosa significasse essere alla Juventus e con Andrea Agnelli ci siamo scambiati spesso questa valutazione. Prima di tutto c'è il senso di appartenenza, legato al fatto che la proprietà è la stessa da tantissimi anni. Attraverso la proprietà sono inculcate una cultura di lavoro e di grande rispetto e sacrificio, da cui derivano grandi obiettivi che devono essere raggiunti". 

DAI RIFIUTI AI CONSENSI - "Nel primo anno abbiamo avuto anche rifiuti eccellenti, poi quando ci siamo riconsolidati e abbiamo riconquistato quel palcoscenico che è consono alla storia della società sono arrivati tanti consensi, tra cui quello di Pirlo. Questo è il significato chiaro di ciò che rappresentano il brand, i colori e la storia di questa società".

EFFETTO STADIUM - "Allianz Stadium? Nel lessico calcistico si parla sempre di 'dodicesimo uomo in campo', e questa è la consacrazione. Sia perché il pubblico juventino è così caloroso, sia perché questo tipo di stadio ti dà un tipo di contatto diretto, fisico con i giocatori in campo. E i giocatori lo sentono".

I TRE MOMENTI DELLO SCUDETTO - "La vittoria contro la Lazio, la sconfitta col Napoli - paradossalmente quella ci ha dato maggiore consapevolezza - e soprattutto la vittoria contro l'Inter a San Siro, che è nata non per caso. La caparbietà, la capacità di non mollare mai ci ha dato quella vittoria".

PORTA BLINDATA - "Sia Buffon che Szczesny sono due autentici campioni, di generazioni diverse. Le loro qualità si sono evidenziate anche grazie al resto della squadra, al centrocampo che ha saputo filtrare e alla difesa che è un reparto fra i migliori al mondo".

L'ADDIO DI BUFFON - "Intanto dobbiamo goderci il passato e il presente di un campione. Un campione è tale quando, andando via, lascia qualcosa di incancellabile dal punto di vista professionale e umano. E' un leader di se stesso e della squadra, sarà difficile per noi trovare un sostituto, soprattutto come rappresentante di valori positivi". 

ALLEGRI - "Difficile andare a disquisire quanto è la percentuale da attribuire all'allenatore in un successo sportivo. Ma al di là di questo, Allegri ha dimostrato con i fatti di essere all'altezza della Juventus e ha portato dei risultati straordinari. Allegri è l'autista di questo gruppo. Accanto a lui c'è certamente una società che l'ha supportato in quelle che sono state le sue idee".

VAR - "E' motivo di grande soddisfazione per noi, la Juve è sempre stata tacciata di aver 'rubato' i risultati. Il fatto che sia arrivato un mezzo tecnico che pur non essendo perfetto aiuta l'arbitro a ridurre il numero di errori ha portato ad una Juve comunque vincente. Il VAR deve essere però perfezionato, io estenderei il protocollo". 

SECONDE SQUADRE - "Non capisco le proteste. Le seconde squadre sono strumenti importanti per la crescita dei talenti e per far sì che le Nazionali traggano dei benefici. Mi suona abbastanza strano che vi siano queste critiche da parte di alcune categorie". 

CHAMPIONS LEAGUE - "Liverpool e Real Madrid non sono state protagoniste nei rispettivi tornei nazionali? Non è che se non ti impegni nei campionati, ottieni dei risultati in Champions. Sono coincidenze. La differenza tra campionati e Champions è che la seconda è un torneo dove basta un episodio per essere eliminati. Nei campionati vince sempre la più forte, dopo 38 partite la squadra più forte vince. In Champions basta un episodio arbitrale, come a Madrid dove l'arbitro valuta da rigore un fallo che non c'è, e vieni eliminato. Detto questo, il Real Madrid secondo me è la squadra più forte". 

WOMEN - "Esperienza positiva e inaspettata. Adesso che siamo lì e dobbiamo fare lo spareggio, c'è da parte nostra tutta la vicinanza perché queste ragazze possano coronare un altro sogno in una stagione positiva per i maschi e per loro".