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Bella no, perché forse non è proprio nella sua natura. Ma con un cuore enorme sì, almeno quando serve davvero. La Juventus vista ieri sera allo Stadio Olimpico nell'ultimo atto di Coppa Italia è stata sostanzialmente questo, un concentrato di forza mentale e unità di intenti che non possono che essere scaturite da lì, dal cuore che, in un finale di stagione oltremodo deludente sul fronte campionato, ha ricordato a tutti che cosa significa indossare la maglia bianconera. I ragazzi di Massimiliano Allegri sapevano di dover andare a Roma almeno con lo spirito giusto, con l'orgoglio di dover difendere i colori della squadra più vincente in Italia. Il risultato, poi, era sicuramente importante, ma forse per una volta non era davvero l'unica cosa che contava, o almeno non in maniera totalizzante.

Perché era proprio il cuore ciò che più mancava ai tifosi, stanchi di vedere una Juventus apatica, quasi rassegnata, al di là della mancanza di idee sul fronte tecnico e tattico spesso rimproverata (in primis ad Allegri). Quelle si possono sempre (ri)creare, mentre il cuore c'è o non c'è, senza vie di mezzo. E forse, se si fosse visto più volte in questa stagione, il popolo bianconero avrebbe accolto con uno spirito diverso certe prestazioni poco dignitose, magari avrebbe persino discolpato il tecnico livornese, riconoscendo lucidamente che in effetti questa squadra ha sempre avuto molti limiti, che non era più quella di una volta. La Juve si è fatta perdonare, con il cuore. E ora può ripartire anche da qui, ricordando ciò che è.

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