
La Juve torna a pescare dal mazzo dei parametro zero: David è l'ultimo della lista, come sono andati i predecessori
Ciò che conta è la realtà dei fatti, ovvero che la Juventus è tornata a puntare sui giocatori svincolati, ma con un senso logico di fondo, riassumibile in una sola parole: funzionale. Proprio così, perché David arriva alla Juve a 25 anni e con un bagaglio d'esperienza accumulato nel campionato francese dove ha segnato al ritmo di un goal ogni due partite nel corso degli ultimi cinque anni. In altre parole, la materia prima sembra decisamente buona. Toccherà al campo, come sempre, esaltarne ancora di più la bontà.
I colpi a zero della Juventus
Nel corso dell'ultimo decennio, e forse anche un po' più in là, sono stati diversi i calciatori che si sono approcciati al mondo bianconero da svincolati: gli ultimi in ordine cronologico sono stati Angel Di Maria e il Paul Pogba-bis, arrivati entrambi nell'estate del 2022. L'esito? Non proprio soddisfacente: il Fideo si è acceso con lampi di classe purissima soltanto da gennaio in poi, mentre il francese è entrato in un tunnel di negatività, infortuni e incomprensioni che hanno reso la sua seconda avventura all'ombra della Mole qualcosa di facilmente dimenticabile. Esattamente l'opposto di quanto accaduto nel 2012, quando quel ragazzino dalle lunghe leve e dalla tecnica sublime, arrivato a Torino nell'indifferenza generale, si rivelerà uno dei punti fermi della Vecchia Signora nel quadriennio 2012-2016.
Sempre nel 2012, in maglia zebrata, arrivò la meteora James Troisi che non giocò nemmeno una partita prima di finire prontamente nel dimenticatoio. Sulla stessa linea, in quell'anno, si pongono anche Lucio e Anelka, approdati in terra piemontese dopo aver già ampiamente imboccato la parabola discendente. Nel 2011, esattamente un anno prima, andò decisamente meglio: al netto della toccata e fuga di Reto Ziegler, preso a zero e di fatto bocciato da Conte durante il ritiro, quell'estate passerà alla storia per l'approdo in bianconero di Andrea Pirlo. Un ingaggio accolto inizialmente con qualche perplessità e invece rivelatosi poi l'uomo giusto, al momento giusto e nel posto giusto per dare il la ad un ciclo irripetibile di vittore.
Nella maggior parte dei casi, insomma, la Juventus ha sempre e comunque puntato su cavalli vincenti. A dirlo è il curriculum di coloro che sono transitati nella Torino bianconera, a ribadirlo è stato il loro impatto: Sami Khedira, professore del centrocampo preso a zero dal Real Madrid e divenuto punto fermo di cui è stato impossibile fare a meno, guai fisici permettendo. Per non parlare di Fernando Llorente, protagonista assoluto nell'annata dei 102 punti sotto la guida tecnica di Antonio Conte, oppure di Dani Alvese, rimasto una sola stagione a Torino, ma quanto basta per lasciare un marchio indelebile. Sprazzi, seppur pochi, li hanno regalati anche Kingsley Coman e Emre Can, nonostante nel capoluogo piemontese vi siano rimasti meno del preventivato.
A chiudere il lotto, ecco i due nomi portati in dote dall'estate del 2019. Due colpi a zero, gli ennesimi, che avrebbero dovuto rappresentare le chiavi di volta della Juventus di Maurizio Sarri: Aaron Ramsey e Adrien Rabiot. Un incubo ad occhi aperti, per quanto riguarda il centrocampista gallese, una lenta e difficoltosa risalita quella del francese che, bilancio complessivo alla mano, ha lasciato in dote buoni ricordi e qualche trofeo. Ovvero ciò che in casa Juve è sempre stata la pura normalità.
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