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Calci piazzati, la Juventus ha un problema (anzi due): i motivi e l'idea di Tudor
Il problema della Juventus con i calci piazzati
Un vero e proprio tallone d'Achille per la squadra bianconera, da tutta la stagione, come del resto raccontano i numeri. La Juventus, oltre ad essere la seconda squadra ad aver segnato meno goal in Serie A su calcio da fermo (4), si è infatti confermata estremamente vulnerabile anche sui tiri piazzati a sfavore: non a caso, considerando solo le ultime partite, la rete del pareggio della Roma è scaturito proprio sugli sviluppi di un angolo che ha poi propiziato la zampata vincente di Eldor Shomurodov, una dinamica analoga a quella che sabato scorso ha portato il Lecce ad accorciare le distanze nel finale con Federico Baschirotto e a mettere un po' di paura ai bianconeri, in controllo per tutta la serata.
La differenza con le altre squadre
Abissale, tra l'altro, la differenza con squadre come Inter e Atalanta, ma anche con altre avversarie in lotta per lo stesso obiettivo: la Fiorentina e la Lazio, per, esempio hanno realizzato 10 goal su calcio piazzato. Così come notevole è il gap rispetto alle ultime stagioni: sia nel 2022/2023 che nel 2023/2024, con Massimiliano Allegri in panchina, i bianconeri hanno infatti concluso il campionato con più centri di tutti da situazioni di questo tipo, rispettivamente 18 e 16.
Qual è il problema?
E fa riflettere anche il fatto che nella rosa della Juventus ci siano comunque diversi giocatori molto efficaci da questo punto di vista, come Federico Gatti, Weston McKennie e Nico Gonzalez. Che allora il problema sia da ricercare piuttosto in chi si presenta sul pallone? Quest'anno, specie dalla bandierina, il compito è spesso toccato a Teun Koopmeiners, o in alternativa a Kenan Yildiz e Andrea Cambiaso, che però non sono riusciti evidentemente a contribuire in questo senso. Ed è proprio qui, forse, che è mancata quella sana malizia di cui ha parlato Tudor, quella personalità nell'attaccare la porta avversaria sugli sviluppi di un calcio da fermo. Così come, in senso opposto, nel difendere la propria, se necessario anche senza badare troppo alle buone maniere (pur rimanendo nell'ambito del lecito), un po' come per esempio faceva magistralmente un Giorgio Chiellini.
L'idea di Tudor
La tendenza, dunque, va modificata, da entrambi i punti di vista. Per quanto riguarda l'aspetto difensivo, finora la marcatura a zona non si è dimostrata la scelta più efficace per la Juventus: troppo spesso i movimenti degli avversari, infatti, hanno messo in difficoltà i giocatori bianconeri, che nella confusione hanno finito per perdere di vista l'uomo permettendogli di colpire indisturbato. Una fragilità strutturale, in sostanza, su cui il tecnico croato ha già cominciato a lavorare nel corso della settimana, come ha confermato lui stesso oggi in conferenza stampa. Con l'obiettivo, innanzitutto, di evitare brutte sorprese nella trasferta di Parma, dove i tre punti saranno fondamentali nella corsa alla prossima Champions League. E poi, ovviamente, di guardare oltre, mettendo un ulteriore tassello in un percorso di crescita che deve necessariamente passare anche da questi progressi.
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