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    I fischi, la contestazione e poi lo Stadium 'svuotato': la reazione dei tifosi della Juventus è lo specchio di un momento storico

    I fischi, la contestazione e poi lo Stadium 'svuotato': la reazione dei tifosi della Juventus è lo specchio di un momento storico

    • Benedetta Panzeri, inviata all'Allianz Stadium
    L'immagine della serata è tutta lì, in un Manuel Locatelli piegato sulle ginocchia - per la disperazione, ma forse anche per la stanchezza, in primis mentale - dopo aver tentato invano di evitare il terzo goal. Immagine che, a pensarci bene, rievoca quella - all'apparenza simile, ma di significato opposto - vista dopo la rete di Khephren Thuram contro il Verona, quando diversi giocatori bianconeri erano stati immortalati mentre si appoggiavano alle loro stesse gambe in una sorta di sfogo liberatorio per aver sbloccato un match difficile dopo i giorni della contestazione. 

     

    Le reazioni dell'Allianz Stadium durante Juventus-Atalanta


    Può essere riassunta così, insomma, l'ennesima debacle stagionale della Juventus, accompagnata ovviamente dalla rabbia dei tifosi. A differenza di inizio settimana, non c'è mai stato silenzio all'Allianz Stadium. Ma le sensazioni di una "riappacificazione" sono durate ben poco, perché già al primo goal subìto - e pure prima, in realtà - il tempio bianconero è diventato amplificatore di fischi e di cori tutt'altro che benevoli: "Tirate fuori i c******" prima, quando ancora si poteva sperare, "Andate a lavorare" e "Vergognatevi" poi, quando ormai non c'era più niente da fare, giusto per citarne un paio. E nel mirino ci sono finiti tutti, questa volta, a partire dalla dirigenza - invocata come ormai di consueto e poi presa di mira -, passando dai giocatori e finendo con l'allenatore, da molti "invitato" a salutare.

    Ma non è finita qui, perché in realtà l'immagine più forte della serata non era ancora arrivata. La si è vista solo nel finale, quando ormai il tabellone parlava di un impietoso 0-3, ben presto trasformatosi in 0-4: è quella dello stadio vuoto, anzi svuotato, proprio da coloro che fino a pochi istanti prima lo avevano riempito con le loro voci, il loro cuore, la loro anima. Ci hanno rinunciato in tanti, forse in troppi, nel finale. O forse hanno voluto concedersi un ultimo gesto di amore, andandosene prima di assistere al crollo definitivo di ciò che era rimasto della Juventus. È una serata storica, in fin dei conti, e in momenti come questi bisogna anche avere il coraggio di fare cose che non si erano mai fatte prima. Solo così - forse - si potrà lanciare un segnale, questa volta chiaro a tutti.

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