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E’ vero che la vita è fatta anche di aspettative e la felicità spesso si trova nelle illusioni. Quelle perdute, di converso, generano infelicità. Ma, talvolta, creano scontentezza anche quelle realizzate. Prendete il paradosso juventino: a poche giornate dalla fine, con congruo vantaggio sulla seconda, il campionato è quasi vinto, eppure non mancano i mugugni, eppure alligna una certa insoddisfazione.

I VIZIATI - I tifosi avversari, quelli che non ricorrono alle solite dietrologie secondo cui la Juventus non ha mai vinto nulla (campionati, coppe, Torneo di Viareggio…) in modo lecito, cominciano, sia pure a malincuore, a complimentarsi. Sono gli juventini a lamentarsi, e fra di loro molti addetti ai lavori di fede bianconera. Non è andata - ritengono - come doveva andare: Coppa Italia e Supercoppa perse in finale, campionato in testa, ma con troppe amnesie, il bel gioco non è arrivato, la difesa arranca e la qualificazione Champions è a rischio, quindi… Quindi? A Novembre, chi non avrebbe firmato per un altro scudetto al posto di Coppa Italia e Supercoppa? Tutti. Ora che il tricolore è molto vicino cominciano i distinguo, i ma, gli insomma. Le critiche costruttive sono benvenute: crediamo che il centrocampo sia da rifondare (basta Arthur?) e che ci voglia almeno un terzino destro, però l’amaro in bocca per il nono scudetto consecutivo sa tanto di sindrome da bambino viziato. Chi si può permettere una fase di rinnovamento e transizione continuando a vincere? Poche, pochissime squadre. Si può fare meglio? Certo! Ma sarebbe molto plausibile fare peggio.

SENZA TEMPO - Sì, Sarri è arrivato in fretta e furia e forse non c’è stata la programmazione necessaria, comunque sappiamo che questa non è la sua Juve. Marotta, rispondendo implicitamente a Conte, ha detto che: “Un allenatore deve fare il meglio con i giocatori a disposizione” ed è risaputo quanta “disposizione” abbia ottenuto l’allenatore dell’Inter. Sarri, arrivato all’ultimo, di richieste non ne ha fatte e forse non aveva nemmeno il tempo di farle. Ma, allora - dicono in molti - era meglio tenere Allegri e cambiare mezza squadra. Siamo sicuri che sia andata così, che l’allenatore labronico abbia forzato in questo senso? E quanto sarebbe costato cambiare mezza squadra? Se la prossima campagna acquisti (due giocatori importanti sono già stati presi) non opera un ulteriore significativo cambiamento (Danilo e De Sciglio, sono da tenere? Si può contare sulla sconfinata abnegazione di Chiellini? Si può confidare nel pieno recupero di Demiral?) allora le critiche, anche aspre, saranno dovute. A pochi metri dal traguardo, invece, non sembrano così utili e opportune.