1
La partita amichevole tra Juventus Women e Birkirkara ha rappresentato quel momento che, nella Formula 1, anticipa l’inizio della stagione: il telo che viene levato dalla monoposto, per essere mostrata per la prima volta a tifosi e addetti ai lavori. La curiosità era molto, nel vedere la creatura di Joe Montemurro, e le indicazioni provenienti dal match sono state diverse. Prima di tutto, due costanti: il modulo e la vittoria. Per gran parte della partita, la Juve ha giocato con il 4-3-3, modulo già visto nelle precedenti stagioni. La seconda è la volontà di tenere il pallino del gioco, dettare il ritmo e la vittoria, per 12 a 0, nonostante il test non fosse particolarmente probante.

INDICAZIONI – Abbiamo parlato di modulo come costante. Sul finire di match, però, Montemurro ha schierato la difesa a 3. Possibile, quindi, che il coach lavori su più varianti tattiche, da alternare anche in base alle avversarie. Altra indicazione degna di nota è il ruolo di Zamanian. La giovane centrocampista è stata messa al centro del progetto, prima da Braghin e poi dall’allenatore. Ieri, ha giocato in cabina di regia, scendendo spesso sulla linea dei difensori per prendere palla e dettare i tempi di gioco. Spregiudicatezza, coraggio e doti tecniche: la Juventus le dà fiducia, a lei il compito di ripagarla nel corso della stagione. Per tornare all’impostazione, anche qui si sono viste delle novità, già accennate poco sopra. In fase di possesso, le due centrali di difesa si allargano molto, lasciando spazio nel centro per la centrocampista che si smarca e viene a prendere palla. Contemporaneamente, le due esterne si alzano, e giocano sulla linea di fondo, pronte a lanciarsi all’attacco o a entrare dentro al campo, per partecipare alla manovra o lasciare spazio agli inserimenti. Quella che si è vista è una Juve arrembante. Fondamentale in questo, Arianna Caruso. Non ha partecipato tantissimo alla manovra, ma è stata micidiale in fase di inserimento, disorientando le avversarie e facendosi trovare sempre pronta in area. Per finire, molto interessante anche il modo in cui Bonansea ha interpretato la partita. L’attaccante è sembrata molto più libera di svariare su tutta la trequarti offensiva, una variazione sul tema per sfruttare ancora di più le sue doti tecniche e la capacità di vedere gli inserimenti delle compagne.

CONCLUSIONI - È presto, prestissimo, per trarre delle conclusioni e dare già un giudizio al lavoro di Montemurro. Si può notare, però, come la sua mano – dopo due settimane e mezzo di lavoro – si veda. Segno questo del fatto che la squadra lo segue, fin da subito e che ha fiducia nel suo lavoro. Come si suol dire: chi ben comincia è a metà dell’opera!