PARTE TUTTO DA CR7 - La rivoluzione in realtà è partita un anno fa, con l'acquisto di Cristiano Ronaldo. Il primo punto di rottura con il passato è stato quello, l'affare che, secondo Fabio Capello, ha portato anche alla fine del rapporto Agnelli/Marotta ("Divergenze sull’acquisto di Cristiano Ronaldo, questioni di bilancio, Marotta amministratore delegato i bilanci doveva firmarli").
Il secondo schiaffo al passato parte sempre da CR7, quando al fischio finale di Juve-Ajax 1-2 esce dal campo dicendo, di fatto, "abbiamo perso perché ce la siamo fatta sotto". E' il segnale definitivo per Agnelli, Nedved e Paratici: non puoi avere uno dei due migliori giocatori dell'ultimo decennio e giocare aspettando gli altri. Devi, invece, attaccare, guardare avanti, "live ahead".
DA SARRI A DE LIGT - Le successive scelte di mercato sono una conseguenza diretta: innanzi tutto, la scelta del tipo di allenatore. "Sarri è l'allenatore che serve alla Juve in questo momento storico", spiega Paratici durante la presentazione dell'ex tecnico di Napoli e Chelsea.
E poi le scelte sui giocatori: un centrocampista tecnico e votato all'attacco come Rabiot, già ufficializzato, e un difensore come De Ligt (in dirittura d'arrivo), abituato a giocare 'alto' e a difendere all'interno di un contesto di squadra abituato per DNA a giocare un calcio propositivo. De Ligt lo ha chiamato Ronaldo, è da lì che parte tutto. Saranno allenatori e giocatori di questo tipo quelli che caratterizzeranno la Juve nei prossimi anni. Bisognerà vedere poi cosa ne penseranno i tifosi se, a fine stagione, per la prima volta dopo anni, la bacheca dovesse restare vuota.