commenta
Villar Perosa. Già pronunciarlo o leggerlo evoca ricordi intrisi di juventinità. Il santuario bianconero ritrova oggi la sua Signora e nonostante i tempi - e le cose - cambino, è bello pensare che alcune cose possano restare immutate, almeno nella percezione che si ha di esse. E così oggi il tempo si fermerà per un po', a ricordare che prima di Di Maria e Vlahovic ci furono Platini e Scirea, Del Piero e Ferrara, Zoff e Buffon, Tardelli e Zidane, Ronaldo e Higuain, Rossi e Gentile. Con l'Avvocato e il Dottore e Giampiero Boniperti, prima di Andrea Agnelli e John Elkann. 

Villar Perosa, storia di aneddoti e di esordi. Le battute dell'Avvocato Agnelli, che spesso e volentieri amava arrivare direttamente in elicottero poco prima della partita. E, quando ancora era sede del ritiro e non solo dell'amichevole pre-campionato, le contrattazioni di Boniperti con i giocatori. I grandi campioni che respirano la Juventus per la prima volta, i ragazzini che li affrontano rispettosi ma non timorosi. Fino alle tante storie che mettevano sullo stesso piano proprietà e calciatori, con i tifosi a fare da testimoni vicini e diretti, mai così tanto. Villar Perosa è anche una distanza che si azzera.

E forse la Juventus, questa Juventus un po' smarrita e che deve ritrovarsi, di questo ha bisogno. Di connettersi nuovamente con la sua gente e la sua storia. Di azzerare le distanze, dopo anni in cui anche il rapporto con il tifo si è un po' incrinato: l'appuntamento di Villar Perosa manca da due anni, causa pandemia, quella stessa pandemia che per troppo tempo ha annullato le presenze allo stadio e allentato, ma non spezzato, un legame che può essere rinsaldato. Quale occasione migliore di Villar Perosa? Luogo pacifico e quasi mistico, che un giorno all'anno viene invaso da un amore caotico e autentico, dal quale la Juventus dovrà saper attingere.