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A San Siro, in Coppa Italia, il rigore al 90’. Allo Stadium, contro il Brescia, l’espulsione di Aye (36’ del primo tempo) con il successivo vantaggio di Dybala su punizione (splendido sinistro a giro). Anche se sono due situazioni pro-Juve la differenza è sostanziale: l’arbitro, nello specifico Chiffi, ha influito quanto Valeri, ma la decisione presa ai danni dell’attaccante del Brescia, al contrario del rigore contro il Milan, è giusta. Anzi sacrosanta.

Da quel momento in poi la Juve, in vantaggio di un gol e di un uomo, ha fatto quanto doveva: una mezza traversa con Rugani, una piena di Dybala, il palo esterno di Bentancur e, anche se con una certa calma, il raddoppio di Cuadrado (75’). Se a questo aggiungiamo un gol di testa annullato a Higuain (fuorigioco) e un costante controllo della partita (solo due tiri, entrambi fuori, del Brescia nella ripresa) possiamo scrivere, senza mancar di rispetto a qualcuno, che la gara si è trasformata in un allenamento.

Ma non perché la Juve fosse straordinaria, ma perché il Brescia era ridotto ai minimi termini. Privo di Cistana, Gastaldello, Romulo, Tonali e Torregrossa, la squadra di Lopez presentava Alfonso tra i pali al posto del titolare Joronen. Ma la sorte si è accanita sia sul Brescia, sia su Alfonso. In apertura di partita, dopo ben quattro minuti di cure per provare a rimetterlo in piedi (botta alla testa con il ginocchio di Higauin), il portiere era costretto a lasciare il posto ad Andrenacci, un esordiente assoluto. Il ragazzo non ha fatto male, ma l’ennesima rinuncia annunciava una partita segnata. Lopez giustamente non ha inserito nessuno, lasciando a Balotelli il peso dell’intero attacco.

Quanto ad infortuni, se la Juve ha ritrovato Chiellini (in campo dodici minuti al posto di Bonucci) ha perso Pjanic per un danno muscolare all’adduttore. Domani se ne saprà di più, ma il problema potrebbe portare ad uno stop di almeno quindici giorni. In questo caso il bosniaco salterebbe sia la trasferta di Ferrara, sia quella di Lione in Champions League. Oltre, probabilmente, alla gara con l’Inter dell’1 di marzo.
Due cose, però, consolano. Una è che Pjanic ha recuperi quasi miracolosi, almeno così è accaduto nel recente passato. L’altra è che non è certo in forma (male a San Siro) e quando è subentrato a Ramsey ha cominciato sbagliando tanto quanto il gallese.

A me Bentancur non è mai piaciuto, ma contro il Brescia, da centrale, ha giocato molto bene. E’ vero che la Juve era poco pressata, ma è altrettanto vero che l’urugaiano è stato pulito e preciso per tutta la partita. Il suo problema sono le ammonizioni: ne prende una a partita (e anche con il Brescia non ha fatto eccezione) andando in diffida troppo velocemente. Il problema è con l’Inter potrebbe mancare anche lui.
Battere il Brescia non è stato difficile, ma non oso pensare quanto ci avrebbe messo la Juve del primo tempo ad avere ragione di una squadra in parità numerica. Sarri ha fatto turnover ragionato e opportuno: fuori De Sciglio (per Danilo), De Ligt (per Rugani), Matuidi (per Ramsey o Rabiot) e Pjanic (per Bentancur), oltre al non convocato Ronaldo. Senza di lui la Juve non è più bella, ma fraseggia meglio, visto che non c’è quello che ferma la palla, prova a irridere gli avversari con i suoi giochini da funambolo, tenta la soluzione personale anche a trenta metri dalla porta.

Nel palleggio bravissimi Dybala, Alex Sandro, Danilo, Cuadrado e, nella ripresa, anche Higuain che ha svariato aprendo il campo con pregevoli cambi di fronte. Pur ricordando che il Brescia aveva un uomo in meno e nel finale tanti ragazzi di primo pelo, la Juve non è dispiaciuta. Chi non riesce a convincere è Ramsey, impreciso in quasi tutto, e sostituito da Pjanic a venticinque minuti dalla fine. Si è rivisto Matuidi (ha preso il posto di Pjanic che ha giocato pochissimo) e il francese è stato protagonista del raddoppio di Cuadrado servendogli un assist di tacco.

Quanto al sistema di gioco la Juve ha cominciato con un 4-3-3, poi è passata al 4-4-2 infine ha ripristinato il 4-3-3 con Cuadrado a sinistra.
Sulla vittloria non ci sono ombre, sulla prestazione del primo tempo invece sì. Di buono è che per una volta i bianconeri non hanno subìto gol e hanno gestito con sapienti accelerazioni. Ma l’uomo in meno del Brescia ha pesato nel confronto e pesa nel giudizio.