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La sconfitta della Juventus sul campo del Napoli non è andata ancora giù all'ambiente bianconero. Da Ronaldo ad Agnelli, per finire con i tifosi, il KO del del San Paolo brucia ancora, e tanto. L'occasione di staccare in classifica le rivali per lo scudetto era troppo ghiotta, e i campioni d'Italia se la sono lasciata sfuggire. Sul banco degli imputati ovviamente c'è Maurizio Sarri: l'allenatore al momento occupa ancora una posizione ben salda sulla panchina della Juve, ma alcune ombre iniziano ad addensarsi sul suo futuro, tanto da far affiorare dei dubbi sulla sua permanenza a Torino anche nel 2020-21. Ad oggi, ci sono tre motivi a favore della conferma di Sarri e tre per i quali la sua avventura juventina potrebbe terminare, anche prima del previsto...


SARRI, TRE MOTIVI PER CONFERMARLO

1 - I risultati al momento sono dalla sua parte: primo in campionato, primo nel girone di Champions e qualificato agli ottavi con due giornate d'anticipo, semifinalista in Coppa Italia. Il neo è la sconfitta in Supercoppa, ma per quanto riguarda i risultati la bilancia al momento pende decisamente a favore di Sarri.

2 - Sarri è un tipo di allenatore al quale vanno dati tempo e fiducia. Il passaggio 'culturale' dal tipo di gioco sempre praticato dalla Juve (che con Allegri ha raggiunto il suo apice) a quello voluto da Sarri non è facile, e neanche immediato. Si tratta di cambiare una mentalità radicata da anni, un'operazione per la quale ci vuole del tempo. Un esempio virtuoso, per la Juve, può essere quello del Liverpool: Klopp è stato aspettato e appoggiato anche senza risultati, arrivando a vincere per la prima volta nel 2019 (dopo essere arrivato ai Reds nell'ottobre 2015).

3 - Il mercato dell'estate scorsa ha consegnato a Sarri una rosa molto forte, senza dubbio la migliore in Italia, ma con alcune lacune importanti, che non abbiamo mancato di sottolineare negli ultimi mesi, e sostanzialmente inadatta al modulo che Sarri ama di più, il 4-3-3 puro, con un attaccante centrale e dua attaccanti esterni. Con Ronaldo, Dybala e Higuain non si può fare, e Sarri se ne è accorto ripiegando sul trequartista, ma senza averne uno vero, di ruolo, in rosa. A questo problema aggiungiamo la carenza di esterni bassi e un centrocampo formato da giocatori più di corsa che di qualità (Matuidi), sul viale del tramonto (Khedira) e dal rendimento condizionato da stagioni precedenti contrassegnate da infortuni (Ramsey) o da troppe panchine o tribune (Rabiot). 
   

SARRI, TRE MOTIVI PER CACCIARLO 

1 - La Champions sarà decisiva, ancor più del campionato: con il Lione, negli ottavi di finale, la Juve è nettamente favorita, per cui una clamorosa eliminazione potrebbe portare anche a un esonero di Sarri a stagione in corso. Ad ogni modo in casa Juve alla fine conteranno i risultati, al di là del gioco, e Sarri a giugno sarà giudicato in base a quelli. Il paragone con Allegri non lascia spazio ad alternative: l'ex Chelsea ha l'obbligo di vincere il campionato e di arrivare almeno in finale della massima competizione continentale per club.  

2 - Le dichiarazioni: passi per la tuta (peraltro più elegante e 'accettabile' rispetto a quelle degli anni precedenti), ma alcune frasi pronunciate da Sarri in questi mesi non sono affatto piaciute ad Agnelli e a tutto l'establishment bianconero. In estate la dichiarazione sulla "situazione imbarazzante" di mercato, che costrinse addirittura John Elkann, a Villar Perosa, a intervenire ("Sarri è contento del mercato"), poi le polemiche sugli orari delle partite ("Bella differenza tra giocare alle 15 col caldo e alle 20.45"), infine, le dichiarazioni di domenica sera a Napoli: "Felice per i miei ex giocatori", "Meno rigori? Quest'anno non abbiamo più la maglia a strisce"). Tutte situazioni che sono state poco apprezzate sia dai tifosi che dai piani alti della Continassa. 

3 - L'eventuale disponibilità di alternative top per la panchina 2020-21: se ad esempio, a fine stagione, uno fra Pep Guardiola o Jurgen Klopp si liberasse dal club attuale, la dirigenza della Juve non avrebbe dubbi nel fare il tentativo di ingaggiarlo al posto di Sarri.