commenta
24 agosto 2019. Tre anni fa esatti Adrien Rabiot esordiva ufficialmente con la maglia della Juve. Era la prima giornata di Serie A, e la squadra di Maurizio Sarri era impegnata allo Stadio Tardini contro il Parma, in un match che avrebbe poi vinto per 1 a 0 grazie a una rete al 21' del capitano Giorgio Chiellini. Il resto è storia. Storia di un amore mai sbocciato, tra il mondo bianconero e il centrocampista ex PSG, un giocatore in cui i tifosi - ma anche la società, considerando il suo ingaggio da top player, 7 milioni a stagione - avevano riposto molte speranze, forse scambiandolo, per citare The Athletic, "per un mix tra Pogba, Vidal e Marchisio". 

I NUMERI - Classe 1995, nome fisso nella Nazionale francese, da quel 24 agosto 2019 ad oggi Rabiot è sceso in campo per 130 volte con la maglia della Juve (l'ultima giusto lunedì sera contro la Sampdoria, quando si è anche visto annullare una rete per fuorigioco di Dusan Vlahovic): 37, 47 e 45 i numeri delle sue presenze negli ultimi tre anni, in gran parte da titolare, numeri che parlano di un profilo sul quale la Juve, nonostante tutto, ha sempre fatto molto affidamento, tanto con Maurizio Sarri e Andrea Pirlo quanto con Massimiliano Allegri. 6 le reti e 8 gli assist al suo attivo in tutte le competizioni, dati che - insieme alla media di soli 1.02 tiri ogni 90 minuti, di cui 0.28 nello specchio di porta - denotano di contro uno scarso peso offensivo: motivo - tra gli altri - per cui il francese è spesso finito nel mirino dei tifosi, che non gli hanno mai risparmiato critiche anche feroci. Effettivamente alla Juve Rabiot non ha mai brillato, complice forse anche un contesto generale con più ombre che luci. Le sue statistiche difensive, però, potrebbero almeno in parte riscattarlo, se è vero che nella scorsa stagione - stando ai dati StatsBomb - ha contribuito con la sua azione alla media di 7,4 palloni recuperati dalla squadra (meglio del 95% dei pariruolo in Serie A) e ha vinto una media di 2,13 contrasti decisivi a partita, facendosi valere soprattutto nei duelli aerei.

MERCATO - Comunque sia come dicevamo, per una ragione o per l'altra, Rabiot non è mai entrato nel cuore dei tifosi, che contano sulle dita di una mano le occasioni in cui hanno esultato per la sua presenza in squadra e che solo pochi giorni fa erano pronti a "festeggiare" per il suo addio. A un anno dalla scadenza di contratto, infatti, la sua cessione al Manchester United sembrava davvero cosa fatta, manna per le casse del club e preludio a un nuovo innesto nel reparto, finché le richieste della madre e agente Veronique - figura persino più invisa di lui al popolo bianconero - non hanno fatto saltare il banco. A una settimana dalla chiusura del mercato, quindi, la storia sembra destinata a continuare, che piaccia o meno. Magari amore non lo sarà mai, ma chissà che non ci si possa consolare con un'amicizia. Salvo clamorosi colpi di scena, poi, a giugno 2023 sarà addio, questa volta per davvero.