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Viene un po' da chiederselo, certamente da pensarlo con insistenza: esattamente, cos'ha imparato la Juventus in questo mini ciclo di partite? E soprattutto, quant'è stato grande il tappeto di risultati utili di fila per nascondere tutta la polvere di una squadra che continua a faticare nei fondamentali del gioco. No, non è stata solo un'illusione, la Juve che veleggia e quasi si ancora al quarto posto. Ma si è arrivati troppo presto alla conclusione, che conclusione non è. Perché se c'è una costante in questa stagione bianconera, è che una costante non c'è mai stata. Anche i 12, 13 risultati utili, analizzati sotto la lente d'ingrandimento, sono arrivati in maniera diversa: dominando e ragionando alle volte, recuperando e vivendo di frenesia alle altre. Così fai fatica. E riscrivi sempre lo stesso capitolo, cancellando tutte le parole fluite finora. 

I SOLITI ERRORI - Inutile affannarsi a richiedere un gioco, o a immaginare una Juve diversa. Allegri ha ben chiarito il modo di operare della sua squadra: sarà sempre cucita sulle dinamiche e sulle caratteristiche dell'avversario. Ecco perché tutti s'immaginavano una squadra diversa: in pressing costante come a Bergamo, europea nel suo sfilare verso il tridente, in grado di aggredire gli spazi lasciati inevitabilmente dal giropalla del Toro. Max non si è sognato di avere sempre la palla, ma immaginava di averla un po' di più, o comunque di utilizzarla meglio. Gli è caduto giù un castello di carta, neanche di sabbia: e l'incendio con cui è imploso l'ha appiccato da una parte Bremer (superbo contro Vlahovic), poi la vulnerabilità generale della squadra. Che ha subito lo shock iniziale con l'infortunio di Rugani, che ha dovuto tollerare anche l'addio prematuro di Dybala dalla partita. I soliti errori hanno scritto il risultato, in una partita in cui di "solito" c'è stata anche la passività di ogni reparto. 

IL PERCORSO - Ora il calendario si mette un po' in discesa e un po' in salita. La discesa arriva dalle prossime avversarie in campionato: Empoli, Spezia, Sampdoria, Salernitana. Tutte da vincere, necessariamente. Poi contro l'Inter è tutta da vivere e potenzialmente da riguadagnare il terreno perso stasera. In salita? Dopo due pareggi, arrivati un po' così, tra pochi meriti e tanti demeriti, tutto dipenderà da come si reagirà alla naturale delusione di chi ferma una corsa che sembrava inarrestabile. Le partite iniziano a pesare il doppio, tutte. Nel mezzo c'è Villarreal e Firenze, in Coppa Italia: una storia interamente da ricostruire. Con infortunati e pressione, con preoccupazione e ambizione da ritrovare. Non è cambiato nulla: come la Juve, anche la crescita è andata abbastanza a folate, salvo tornare al punto di partenza sul più bello.