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Riccardo Maspero ne ha vissuti tanti di Juve-Torino, tutti sull'altra sponda. Tre anni in granata e una buca che l'ha fatto entrare nella storia. Fu lui, infatti, a disturbare il rigore di Marcelo Salas negli ultimi minuti di un derby finito 3-3. Era il 14 ottobre 2001 e Maspero era il centrocampista di quel Torino, oggi allena e dopo l'ultima esperienza alla Giana Erminio è in attesa di una nuova panchina. Nella nostra intervista ha aperto il cassetto dei ricordi tornando indietro nel tempo.

Qual è il derby più bello che ricorda?
"Sicuramente il 3-3 con un mio gol a pochi minuti dalla fine. Eravamo sotto 0-3, all'intervallo ci siamo caricati e nella ripresa l'abbiamo rimontata".

E quello che vorrebbe rigiocare?
"La gara di ritorno di quella stessa stagione, finita 2-2 con un gol di Maresca all'89. Vorrei rigiocarla per farla finire una manciata di secondi prima. Basterebbe quello...".

Cosa significa giocare il derby di Torino?
"E' diventare protagonisti in una città dove c'è un top club che vince tutto, e chi gioca dall'altra parte ha la possibilità di far vedere che non si è inferiori; questo è l'aspetto calcistico; poi c'è quello umano, nel quale l'obiettivo di entrambe le squadre è regalare una grande soddisfazione ai propri tifosi".

Come vive un giocatore la settimana prima del derby?
"In città non si parla d'altro, si vive solo di quello. Per questo io cercavo di uscire il meno possibile e di estraniarmi per vivere in modo sereno. Dopo gli allenamenti scambiavo qualche parola con i tifosi che ci caricavano: 'Mi raccomando eh, non si può perdere. E' la partita della vita'. Alla fine si sa che la Juve vince sempre lo scudetto perché ha tantissimi campioni in rosa, noi provavamo a fare del nostro meglio per 180' tra andata e ritorno".

Chi era l'avversario più forte che ha incrociato in quelle sfide?
"Difficile fare un solo nome, ce n'erano tantissimi. Molti erano gli stessi che nel 2006 hanno giocato la finale del Mondiale in Germania".

Però si è salvato da Cristiano Ronaldo...
"E' vero, ma posso assicurare che i fenomeni in campo erano molti. Poi non avrò affrontato Cristiano Ronaldo, ma posso dire di aver visto Maradona durante il riscaldamento. Erano i miei primi anni alla Cremonese, contro il Napoli ero convocato ma non per la panchina, così andai in palestra dove Maradona si stava riscaldando e rimasi a guardarlo a bocca aperta. E' stata una giornata che mi ha lascito il segno, non la dimenticherò mai".

A Cremona c'era anche un giovane Gianluca Vialli, futuro attaccante della Juve.
"Quando lui era in prima squadra io facevo gli Allievi e spesso mi fermavo a vedere i loro allenamenti. Era un giocatore fantastico, il prototipo dell'attaccante di quei tempi: veloce e potente, grande intelligenza e un fiuto del gol che avevano in pochi".

Prima ci ha parlato di quel 3-3 del 14 ottobre 2001. Quella partita viene ricordata anche per quella buca che lei fece vicino al dischetto del rigore prima che Salas calciasse il penalty, poi finito alto.
"E' stata un'idea nata dalla rabbia per il torto subito, Tudor e Delli Carri si sono scontrati in area ma sono caduti insieme: il rigore non c'era. Se fosse successo oggi, con il Var, non sarebbe stato concesso. Subito dopo il fischio dell'arbitro sono andati tutti a protestare tranne me, che mi sono allontanato dando due calci al dischetto per disturbare il tiratore. Salas ha fatto il resto mettendo il pallone sulla buca e calciando di collo, alto".

Ma non l'ha vista nessuno mentre faceva la buca?
"Sì, Tacchinardi è stato l'unico. Mi diceva di lasciar perdere e di farla finita".

Com'è venuta l'idea di quella buca?
"Da rigorista, prima della partita guardavo sempre in che condizioni fosse il dischetto, prima era più facile scivolare perché spesso sotto avevano le pompe dell'irrigazione. Ma è stato un gesto istintivo, che mi è venuto in mente in quel momento. Non l'avevo studiato".

Se tornasse indietro lo rifarebbe di nuovo?
"Sì, perché non mi sembra di aver fatto nulla di male. In tanti hanno detto che sono stato antisportivo, ma secondo me l'antisportività è quando un giocatore butta giù un avversario; non questo gesto".

L'ha rifatto altre volte?
"Io personalmente no, ma è capitato che quando andavo sul dischetto dicessero di tutto a me. Da 'se sei onesto la butti fuori' a 'tanto se scarso e sbagli'.

Oggi vedrà il derby?
"Sicuramente sì. E senza juventini: ho un amico bianconero che non vuole vederlo con me, dice che lo infamo. Gli dico da giorni che tanto vincerà il Toro perché la Juventus ha la testa alla Champions; faccio pretattica, sperando che qualcosa succeda...".

Pronostico? 
"Mi limito a dire che il Toro farà una bella figura. I giocatori decisivi saranno da una parte Belotti e dall'altra Ronaldo, ma... speriamo in negativo".