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C'è tanta delusione in casa Juve, dopo la sconfitta nel Derby d'Italia contro l'Inter. Che forse poteva anche essere messa in conto, vista la differenza tra il livello delle due formazioni, ma che ha lasciato grande amaro in bocca ai tifosi soprattutto per il modo in cui è maturata, con la squadra bianconera apparsa a molti poco coraggiosa e intraprendente, oltre che a corto di idee, proprio nel momento clou della stagione, quando ci si aspettava almeno di vedere fame e rabbia. Un pensiero che continua a frullare anche nella testa dell'ex bianconero Alessio Tacchinardi, che ai nostri microfoni non ha nascosto tutto il suo rammarico per l'esito del big match di San Siro.


 

Inter-Juventus, Alessio Tacchinardi in esclusiva al BN


- Come ha letto la partita di ieri?
L'Inter ha sicuramente meritato di vincerla, ha fatto di più e meglio. Ma onestamente speravo di vedere una Juve diversa, più coraggiosa e con qualche idea. E non so se sono più i meriti dei nerazzurri o più i demeriti dei bianconeri, che hanno giocato una partita al di sotto delle loro qualità. Un peccato, perché proprio nella settimana potenzialmente decisiva della stagione la Juve è calata molto: qualche segnale in questo senso era già arrivato contro l'Empoli, quando c'era la possibilità di fare uno scatto in avanti e invece si sono buttati via due punti per un'ingenuità.

- Chi è mancato ieri nella Juve? 
Credo che tutti siano stati al di sotto delle aspettative. Magari salta subito alla mente lo stop sbagliato di Dusan Vlahovic, in un'azione che avrebbe potuto cambiare il corso del match, ma è inutile criticare lui. Tutti hanno fatto male, dimostrando poca intensità, poche idee e poco coraggio. La Juve conosceva la forza dell'Inter e sapeva che sarebbe stato difficile, soprattutto a Milano, ma proprio per questo dà fastidio che abbia giocato con il freno a mano tirato. Avrebbe comunque potuto perderla, questa partita, ma farlo così è davvero brutto.

- Crede che Allegri avrebbe potuto fare scelte diverse?
Ci metto poco a criticare Allegri, ma sta facendo una stagione importante. Ieri mi aspettavo più coraggio, più idee, ma sulle sue scelte posso dire poco. Chiesa, per esempio, avrebbe potuto essere decisivo per questa Juve, ma evidentemente non stava bene e nessuno come l'allenatore sa cosa è meglio fare in questi casi. Hanno steccato tutti, punto. Già dall'approccio che non è stato da grande squadra. Ho visto anche un possesso palla sterile, poca assunzione di responsabilità e poca fame. Per la Juve era una prova di maturità e non è stata all'altezza.

- E ora cosa succede?
Sarà importante non rallentare, non perdere quell'unità di intenti che ha fatto le fortune della Juve in questa stagione. Il campionato è ancora lungo e si può rimanere attaccati all'Inter, ma Allegri e la dirigenza dovranno essere bravi a ricaricare i ragazzi, a non far perdere loro l'entusiasmo, l'autostima e la cattiveria che si erano visti in quel lungo filotto di partite precedenti il Derby d'Italia. Purtroppo, ripensando ancora alla gara con l'Empoli, sembra che i bianconeri abbiano rallentato proprio quando era il momento di alzare la concentrazione, quando mancava solo un gradino. E non sto parlando di dinamiche di gioco, perché nemmeno la mia Juve offriva un "calcio champagne"... è proprio una questione di testa.

- Ci spieghi meglio questo parallelismo.
Nel 1998 abbiamo perso il Derby d'Italia contro l'Inter a San Siro, 1 a 0 con gol di Djorkaeff. Ma quando siamo tornati negli spogliatoi Marcello Lippi ci disse: "Tranquilli, vinciamo il campionato". Da quelle partite puoi uscire anche fortificato, se hai la rabbia giusta. In caso contrario, ti ritrovi con le ossa rotte. Per questo dico che ora dovranno essere bravi Allegri, Giuntoli e tutti i dirigenti, è un momento importante di una stagione comunque positiva per la Juve: il campionato non è ancora finito.

- Quindi crede ancora nello scudetto?
L'Inter è fortissima, ma non pensavo ci fosse quel gap con la squadra di Massimiliano Allegri. Ora i bianconeri hanno un calendario più favorevole e devono cercare di vincerle tutte. Anche perché alla Juventus non puoi giocare puntando al quarto posto, non esiste proprio. Bisogna tenere alta quella fiammella di speranza, come hanno detto anche Vlahovic e Rabiot nel post partita. Certo, adesso non sono più concessi errori, o almeno non errori sciocchi come quelli di Milik. E alla fine non vince sempre la squadra più forte...