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Massimiliano Allegri è tra coloro che ha creduto più di tutti in Fabio Miretti. Lo ha messo in campo nel finale della passata stagione, elogiandolo fin da subito, affermando che fosse già pronto per stare in prima squadra  e che avesse i tempi e la personalità per poter essere già all'altezza della Juve. Una fiducia ripagata anche quest'anno quando nonostante il 19enne avesse saltato la preparazione, è su di lui che il tecnico ha puntato, decisamente più di quanto fatto con Fagioli e Rovella, trasferitosi a Monza. Ecco perché bisogna credergli quando nei giorni scorsi, Allegri è tornato a parlare del classe 2003, non facendo mancare qualche critica e richiamo. Miglioramenti, che Allegri chiede al giocatore perché consapevole delle qualità del ragazzo. La prestazione di ieri contro il Psg ha dato "ragione" ad Allegri, che pretende da Miretti maggior cattiveria sotto porta e concretezza.

"Non è possibile che non abbia ancora fatto un gol" il focus su cui l'allenatore della Juve si è concentrato parlando del giovane centrocampista. Anche nell'ultimo match, di occasioni ne ha avute, almeno due da buonissima posizione ma una volta la conclusione è finita larga e poco dopo ha perso l'attimo per tirare. Già prima a Lecce ma in generale da inizio anno, Miretti ne ha avute tante di opportunità per segnare o fare l'ultima giocata decisiva senza mai però riuscirci. Non certo per mancanza di qualità ma più probabilmente per poca abitudine e esperienza. Manca un po' quella spensieratezza che in tutte le altre zone del campo ci mette con risultati eccellenti.

"Ho parlato con Miretti, che ha qualità straordinarie, e non può sbagliare 3 ultimi passaggi come successo a Lecce. Come se si trova 5 volte davanti al portiere non può sbagliare 5 volte. Ma è una fase di crescita. Un chilometro 900 metri li corrono tutti, gli ultimi 100 metri li corrono in pochi. La differenza è lì, sta nella testa" ha detto Allegri a proposito. Dall'altra parte è vero che se ha già avuto così tante occasioni per segnare, il merito è suo, che sa come muoversi negli spazi e farsi trovare nel punto giusto; e allora, in questo caso, è giusto vedere il bicchiere mezzo pieno, perché per fare gli ultimi 100 metri c'è tempo; i primi 900 di Fabio sono una delle luci di questa stagione.