7
5, ma con un asterisco. Che può fare tutta la differenza del mondo. Sì, Filip Kostic ha deluso nel match di ieri tra Juve e Sporting Lisbona. Tanta, tantissima fatica per lui nel contenere gli assalti dei portoghesi, che in più occasioni hanno cercato di scatenarsi proprio dalla sua parte di campo sfruttando gli spazi lasciati liberi dalla squadra bianconera. E allora perché quella "bocciatura con riserva"? Le difficoltà patite dall'esterno serbo nella sfida di Europa League potrebbero forse essere spiegate in due modi. 

Innanzitutto con una questione tattica: era da tanto, infatti, che la Juve non scendeva in campo dall'inizio con il 3-4-3, il modulo che sì, rende la formazione più offensiva, ma allo stesso tempo rischia di far perdere quell'equilibrio garantito invece dal "buon vecchio" 3-5-2, in cui Kostic è di fatto impegnato a tutta fascia, come un pendolo, senza l'onere del ruolo di terzino puro e "l'ostacolo" lungo la sua corsia rappresentato da Federico Chiesa, in presenza del quale è chiamato appunto a un lavoro in parte diverso. Questione di abitudine.

E poi, per "assolverlo" almeno in parte da una prestazione sotto tono, si potrebbe anche considerare il fattore fisico: l'esterno, infatti, è stato tra i giocatori più impiegati in assoluto da Massimiliano Allegri in questa stagione, grazie anche a una continuità di rendimento che lo ha reso facilmente un elemento irrinunciabile nell'undici di partenza. Un po' di stanchezza, quindi, può essere anche comprensibile, in un periodo in cui, nonostante tutto, la Juve è ancora impegnata su tre fronti. La speranza, da questo punto di vista, è che Kostic possa ritrovare quanto prima la forma migliore: per il rush finale di stagione - e per la fase più calda dell'Europa League, quella in cui lo scorso anno ha dato il meglio di sè - la Juve ha bisogno anche di lui.