3
Beh, è piuttosto facile fare un paragone con quanto accaduto nella scorsa stagione. Ed è altrettanto semplice rimescolare i ricordi e andare a vedere quanti giorni, nel mese di gennaio, il brivido del mercato si è fatto davvero sentire. Forse uno, in questo 2023? Magari due. Di sicuro non tre. Ecco: tutto questo preambolo per dire che l'edizione invernale del calciomercato è stato un po' come il periodo di Natale superata l'adolescenza. Chi l'ha sentito? Dove sono stati i botti? Soprattutto, come mai ogni giorno è uguale all'altro?

RESTANO I BUCHI - Ogni giorno, in realtà, non è stato affatto uguale all'altro. Il gennaio bianconero è stato per certi versi allucinante: campo e tribunali, processi e sconfitte e sconfitte nei processi. Non c'è stata una tregua e di sicuro non è stato possibile pensare alla lavatrice del calciomercato, entrato un po' nel vivo solo quando la società ha trovato un minimo di continuità nelle scelte operative e ancor prima negli operatori. E' stato il mese in cui si è insediata una nuova dirigenza, in cui Giovanni Manna (con Matteo Tognozzi) ha preso le redini della squadra bianconera, in cui Calvo ha preso possesso di tutta l'area sportiva. A inizio trattative, Agnelli e Arrivabene erano già fuori, ma la gestione era tutta di Cherubini e Scanavino. Un mese dopo, cosa resta? Il buco sull'esterno, forse un altro più piccolo in attacco. Comunque, sarebbero stati mignoli a coprire la luna. 

UN MERCATO IN DIFESA - Non si può però non dare la sufficienza a questo mercato - per carità: senza andare oltre -, per quanto povero, pure di idee. Non si può non sottolineare le cifre della cessione di McKennie, verso i 40 milioni anche se con diritto e non obbligo di riscatto; i 15 che la Lazio potrebbe versare, con rateizzazione, per l'acquisto a giugno di Pellegrini. E poi i riscatti decisi, di fatto obbligati: si è partiti da Chiesa, si è proseguito con Locatelli. C'è Milik in rampa di chiusura, Paredes più lontano a restare. Ci sarà tempo, comunque. E magari un direttore sportivo diverso. Intanto, il mercato in difesa ha una speranza alla base: che frutti soldi freschi e perciò determinanti. Era difficile chiedere di più alla Juve in tempesta. Persino il ritorno di un esterno già acquistato in estate, che avrebbe fatto davvero tanto comodo.