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Voglio dirla con Michel Platini nella celebre reclame per un aperitivo poco alcolico: “C’est plus facile”. Indipendentemente da ciò che avrà fatto il Napoli, questa sera contro il Genoa, e al netto delle giuste celebrazioni per il giovane talento Kean, nessuno potrà obbiettare che la Juventus ha già messo in cassaforte il suo ennesimo scudetto. Se non è oggi sarà domani, ma il finale del copione è largamente scontato così come era addirittura prevedibile fin dall’inizio della giostra.

Ciò che non mi aspetto e che mi auguro non accada è il dover sentire la voce dei protagonisti dire, a traguardo raggiunto ufficialmente, la famosa frase: “L’ultimo è sempre il più bello”. Si tratterebbe non soltanto di una banalità, ma di una innocente bugia. Il titolo di campione d’Italia che la società bianconera si prepara a festeggiare e ad aggiungere al suo fantastico palmares rappresenta senza dubbio un motivo di grande soddisfazione e di orgoglio, ma in quanto a bellezza non è possibile affermare che sia il massimo. Non a caso l’intero pubblico juventino, in attesa del mercoledì di Champions, ben altri desideri ha in testa per poter festeggiare veramente alla grande.

Naturalmente la Juventus non ha alcuna responsabilità se questo scudetto non avrà il potere di eccitare gli animi come quelli conquistati in precedenza. La Juventus si è trovata nelle condizioni di correre praticamente da sola per mancanza di reale e adeguata concorrenza. La stessa resistenza del Napoli ha sortito l’effetto senza conseguenze della puntura di una zanzara sulla pelle di un elefante. La verità, incontestabile, è che la Juventus ha saputo attrezzarsi negli anni come società e come squadra in un modo quasi perfetto per arrivare a realizzare i suoi progetti sportivi e aziendali. Cosa che non hanno fatto o non sono riusciti a compiere le altre società rendendo quello che va a concludesi un campionato quasi senza senso. Come un Giro d’Italia dei tempi mitici con Fausto Coppi, ma senza Gino Bartali.

La partita di ieri sera vinta dai bianconeri a spese del Milan ha sottolineato l’importanza di una adeguata concorrenza per rendere entusiasmante e spettacolare ogni tipo di manifestazione agonistica. I rossoneri di Gattuso hanno giocato una buona gara e probabilmente la sconfitta pesa sulle loro spalle più del dovuto, ma nel contempo hanno dimostrato che la forbice tra loro e i bianconeri non si è ancora ridotta in maniera sufficiente.  Stesso discorso vale per l’Inter la cui altalenanza di risultati, insieme con la grande confusione all’interno del Palazzo nerazzurro, dimostra come la strada sia ancora lunga e costellata di ostacoli per la proprietà cinese.

Eppure tutti noi, sportivi autentici, dovremmo augurarci che le cose possano al più presto prendere un’altra piega e che alla fine si assestino in modo da ridare al nostro campionato una fisionomia molto più simile a quella che possedeva nei tempi in cui non esisteva un solo uomo al comando ma un’elite di partecipanti capaci di rendere la competizione davvero suggestiva e intrigante come merita di avere il nostro campionato italiano. Milan e Inter, storicamente, hanno sempre fatto parte di questa elite e gli scontri tra le milanesi e la Juventus hanno sempre rappresentato un’occasione slegata dal semplice conseguimento dei tre punti in palio. Da tempo ciò non accade e il risultato di queste nobili assenze è quello di uno scudetto sicuramente meritato e ben più che dignitoso ma non da far perdere la testa per la gioia. Perché così “C’est plus facile”.