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La mancata qualificazione alla Champions League sarebbe 'un disastro' per la Juventus. Così l'ha definito La Gazzetta dello Sport, spiegando che se i bianconeri non dovessero arrivare tra i primi quattro posti avrebbero delle conseguenze pesanti dopo nove anni consecutivi di vittorie e sorrisi.

GLI INCASSI - Tra i premi della Champions e quelli dell'Europa League ballano circa 40 milioni di differenza: 45/50 milioni per la prima e 10/15 per l'altra. Inoltre, anche gli incassi che arrivano da sponsor, marchi e botteghini - in attesa della riapertura degli stadi - non sarebbero gli stessi. Da 2012-13 a oggi la Juve ha sempre avuto accesso all'Europa che conta, guadagnando un totale di 720 milioni di premi Uefa, che aggiunti ai 70 arrivati dal botteghino fanno un totale di 3,3 miliardi di ricavi. Un'enormità.

BUCO DI BILANCIO - La Champions pesa un quarto del fatturato operativo della Juve, i premi Uefa, di media, incidono circa 80 milioni a bilancio. Negli ultimi anni è aumentato anche il valore del marchio, ci sono più di 100 milioni di differenza tra i ricavi commerciali bianconeri e quelli del Milan, per esempio (173 contro 52). Ma in caso di mancata Champions la Juve vedrebbe i suoi guadagni calare con decisione: la Jeep sponsor di maglia che dal 2021-22 garantirà 45 milioni annui, prevede una riduzione del pagamento di 2 milioni se i bianconeri non dovessero arrivare tra le prime quattro, e più in generale si creerebbe un buco di bilancio da non sottovalutare. Negli ultimi 10 anni pre Covid il fatturato della Juve è cresciuto da 156 milioni a 494, con un aumento degli ingaggi da 140 a 328 milioni. 

LA PREVISIONE - Ora però la musica è cambiata, perché gli investimenti importanti (leggi Ronaldo, una spesa di 90 milioni all'anno), le ultime due eliminazioni agli ottavi di Champions e la pandemia hanno messo in crisi le casse bianconere. L'anno scorso c'è stato un decifit di 90 milioni di euro, questa stagione può chiudersi a -200 in caso di mancate plusvalenze in estate e stipendi spalmati. Il rischio è quello di bruciare i 300 milioni dell'ultimo aumento di capitale e di riscrivere un nuovo piano finanziario, già modificato per il Covid. Servirebbero grandi sacrifici e potrebbe intervenire di nuovo Exor. Con la Champions League, sarebbe tutto meno complicato.