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È sempre tra i più criticati (dai tifosi), eppure gioca sempre, perlopiù da titolare. Quale segreto nasconde Adrien Rabiot? Nessuno, la questione è più "semplice" di quanto possa sembrare. A spiegare le ragioni del costante impiego del centrocampista francese - che aveva ricoperto un ruolo di primo piano anche al PSG con Laurent Blanc (109 presenze) e Unai Emery (89), oltre che alla Juve con Maurizio Sarri e Andrea Pirlo, che lo hanno chiamato in causa rispettivamente per 37 e 47 volte - è l'edizione odierna di Tuttosport
Innanzitutto c'è da dire che il classe 1995 è dotato di un'eccezionale integrità fisica (appena 9 le partite saltate per infortunio in tre anni a Torino), merce rara di questi tempi. Per il resto, sono i numeri a parlare: in questa stagione Rabiot risulta il miglior giocatore bianconero per contrasti, 54 tentati e 41 riusciti, come nessun altro; idem per quanto riguarda la fase di pressing, con 459 pressioni portate di cui 156 vincenti (con il pallone recuperato dalla squadra entro i 5 secondi successivi). A ciò si sommano le doti nel gioco aereo, a cui il francese è secondo solo a Matthijs De Ligt, tra i componenti della rosa attuale.
I limiti, piuttosto, emergono soprattutto in zona gol, dove quest'anno è ancora a secco (all'attivo solo un assist): la stagione più prolifica, in questo senso, è stata quella scorsa, quando con i movimenti richiesti da Pirlo era arrivato a segnare cinque reti e a servire tre passaggi decisivi. Ad ogni modo, nonostante gli errori che scatenano la rabbia dei tifosi, Allegri continua a dargli fiducia, lo farà anche domani. E non solo - evidentemente - per mancanza di alternative.