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Ci siamo, o quasi. Lo scriviamo da mesi, in questa Juventus Weston McKennie non è insostituibile. Non lo é per Allegri e nelle strategie della dirigenza non è mai stato un incedibile. La posizione è sempre stata la stessa: porte aperte a trattare con il calciatore nel caso in cui fosse pervenuta alla Continassa un’offerta ritenuta congrua. Il momento dell’addio a Torino sembra essere più vicino che mai, con il Leeds che vuole rinforzare la propria colonia statunitense e si posiziona in pole e, sullo sfondo, l’Arsenal alla ricerca di un centrocampista.
 
Al di là della simpatia umana per un ragazzo che ha fatto divertire i tifosi, che ha legato con l’ambiente e non ha mai fatto mancare l’impegno, si può dire che quella di McKennie non sarà una cessione che lascerà rimpianti. Troppo spesso è apparso alla rincorsa dello stato di forma migliore; tropo anarchico dal punto di vista tattico per trovare il feeling con Massimiliano Allegri. Il vero punto di forza dello statunitense è stato la sua duttilità, la capacità di adattarsi anche fuori ruolo: è questo l’esempio delle ultime settimane, con McKennie a occupare lo slot lasciato libero da Cuadrado.
 
Ecco, proprio qui sta il nodo della questione. Come detto, McKennie si può vendere, ma non a cuor leggero, no senza un’alternativa. Con l’uscita dell’americano, la dirigenza dovrà necessariamente tornare sul mercato alla ricerca di un profilo che possa giocare da esterno, preferibilmente sia a destra che a sinistra. Altrimenti, senza un nuovo acquisto, la cessione di McKennie rischia, invece, di diventare un rimpianto.