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Il mostro stava mangiandosi da solo il Verona. Ma nella Juve da una parte c’è il mostro e dall’altra un gruppo di giocatori non ben combinati insieme. E quel gruppo di giocatori, un po’ ansiosi, un po’ distratti e un po’ superficiali, hanno finito per affondare. La Juve ha perso a Verona la quarta partita della sua stagione, la terza in campionato e l’Inter ora potrebbe agganciarla di nuovo in testa alla classifica. Ma oltre la sconfitta, più della sconfitta, Sarri dovrà preoccuparsi per quello che sta succedendo nella sua squadra, capace di farsi rimontare due gol da uno splendido Verona in meno di 20 minuti. E questo è successo quando sembrava che la squadra di Juric fosse in riserva, spremuta dalla terza gara in 6 giorni. La prima mezz’ora dei gialloblù ha fatto venire il mal di testa alla Juve, salita su un ottovolante senza le cinture di sicurezza. A quel ritmo, i campioni d’Italia sono andati in crisi. Quando poi per rimontare il Verona ha di nuovo alzato l’intensità, dopo la rete di Ronaldo, riecco i problemi di tenuta. Sarri deve preoccuparsi di quanto segue.

   (1) L’atteggiamento. Si è vista troppo superficialità: nell’azione dell’1-1 di Borini hanno sbagliato due tocchi Bentancur e Pjanic. Quei regali, si pagano.

   (2) La difesa. Bonucci è stato battuto due volte da Kumbulla nel gioco aereo, il Var lo ha salvato nella prima occasione (gol annullato per un fuorigioco di...spalla del veronese) e condannato nella seconda (rigore fischiato). Ma tutto il sistema difensivo non va bene.

   (3) Il ritmo. A 18 giorni dalla Champions, il Verona ha sovrastato la Juve sul piano della velocità e dell’intensità, come fosse una squadra da Premier League. Ecco, in Europa si gioca al ritmo del Verona e con maggiore qualità, questo deve essere chiaro.

AVVIO SOLO VERONA - Per mezz’ora, la Juve è stata centrata da una pioggia di meteoriti. I veronesi arrivano da tutte le parti, a un ritmo pazzesco. La squadra di Juric è rimasta su quel livello, con quello spirito, fino al 30', e poi ha ripreso nel secondo tempo, quando doveva rimontare, quando forse non ha avuto la stessa continuità. Questo, nonostante il calendario che, col recupero di mercoledì all’Olimpico, ha costretto i veronesi a giocare tre partite, contro Milan, Lazio e Juventus, in sei giorni. Il Verona ha preso al collo i bianconeri e li ha mollati dopo mezz’ora, quando sul cruscotto si è accesa la spia della riserva. Pressing altissimo e totale, sugli esterni e al centro. Gioca sempre così, ma stavolta c’era tutto lo stadio a spingerlo (record storico d’incasso per l’Hellas). Cuadrado e Alex Sandro non riuscivano a mettere il naso nella metà campo avversaria perché subivano la pressione di Zaccagni e Lazovic (sul colombiano) e di Faraoni e Borini (sul brasiliano). La stessa difficoltà frenava Pjanic (appena 24 palloni toccati nel primo tempo) marcato da Pessina.

POI, IL MOSTRO - Nel secondo tempo la Juve è partita meglio, con più coraggio. Ha cominciato a giocare nella metà campo del Verona che però aveva fatto il rifornimento negli spogliatoi. Ronaldo, che aveva acceso gli special nel finale del primo tempo (un palo e altre due buone occasioni dopo la traversa di Douglas Costa) ha segnato un gol mostruoso: palla al piede per 50 metri, ha puntato Rrahmani, l’ha saltato e piazzato il pallone a fil di palo.

I CAMBI DI JURIC -  Ma il Verona non ci stava. Ha ripreso a giocare a ritmi elevati e costretto Bentancur e Pjanic a commettere un errore ciascuno nell’azione del pareggio di Borini. Juric aveva inserito Pazzini qualche minuto prima e quando Bonucci, per anticipare Kumbulla, ha deviato la palla con la mano, sul dischetto è andato lui, il Pazzo, per firmare l’impresa della stagione veronese.