Come riflette l'edizione odierna di Tuttosport, per puntare al tricolore, comunque, serve un'impresa mai compiuta prima, neanche dalle due Juventus che negli ultimi vent'anni hanno esaltato i tifosi con altrettante rimonte passate alla storia. Quella del Cinque Maggio aveva sei punti di distacco dall'Inter e li polverizzò con 5 vittorie in 5 giornate, le ultime della stagione 2001-02, rimontando quindi 1,2 punti a turno. Quella del 2015-16, guidata da Allegri, riconquistò invece 11 punti con un clamoroso filotto di 15 vittorie, recuperando 0,73 punti a giornata. Oggi la situazione vede l'Inter con un vantaggio di 8 punti, ma considerata una gara in meno (quella contro il Bologna al Dall'Ara) possono anche essere 11. E mancano 14 partite alla fine del campionato, il che significa una giornata in meno per recuperare lo stesso distacco del 2015-16.
Alla Juve non è concesso nessun errore, insomma, ma questa volta oltre alle eventuali 14 vittorie servirebbero anche due o tre sconfitte e una manciata di pareggi dei nerazzurri, senza dimenticare Milan e Napoli che oggi hanno le stesse partite ma 7 punti in più. Il vantaggio, forse, sta nella testa, con la Vecchia Signora che adesso sembra più serena e spensierata. In questo senso, dal punto di vista storico, la situazione è simile a quella del 2002, quando i bianconeri, certi che l'Inter avesse una lunga serie di match-ball, si concentrarono sul loro percorso senza distrazioni fino al miracoloso pomeriggio di Udine. Il percorso è più lungo, e la squadra di Inzaghi non è quella di Cuper. Eppure, "non è finita finchè non è finita". La Juve lo sa bene, e Allegri anche.