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Che la gestione bianconera di Maurizio Sarri non sia stata proprio facile, è un dato non di fatto, di più. Ma quando termina un rapporto si devono stilare dei bilanci onesti ed è doveroso riconoscere i giusti meriti, anche a chi hai cacciato malamente, come accaduto con l'allenatore toscano, esonerato senza troppi complimenti subito dopo il Lione e sostituito con un Andrea Pirlo totalmente privo di qualsivoglia gavetta.

LA JOYA - Ma qual è il grande merito di Sarri alla Juventus? Chi scrive ne ha già parlato ampiamente: l'esplosione di Paulo Dybala, riavvicinato alla porta e consacrato definitivamente come giocatore offensivo indispensabile per la Juve, qualsiasi sia la guida tecnica. Una deflagrazione di talento, assist e gol suggellata anche dal premio come MVP della Serie A. Non a caso, l'argentino è stato praticamente l'unico, insieme a Bonucci, a manifestare pubblica stima a Sarri dopo l'esonero. Senza il mister ex Napoli, cosa sarebbe stato di quel Dybala sacrificato lontano dalla porta e già quasi ceduto, che vedevamo l'anno scorso con Allegri?

CONSIDERAZIONE - Certo, la parabola magnifica di Dybala è qualcosa di grosso, molto grosso, ma da sola non basta. L'esonero di Sarri è stata naturale conseguenza (e qui riecheggiano le parole di Paratici) di un rapporto troppo difficile con una squadra che forse ha un dna troppo diverso da lui. Ma è un atto onesto e dovuto quello di dare a Cesare quel che è di Cesare: ora c'è da osservare con interesse la nuova avventura di Pirlo e auspicare una rinascita dopo quest'ultima annata dalle mille contraddizioni, ma senza dimenticarci che se il nuovo tecnico avrà a disposizione una Joya con questo nuovo status di grandezza, c'è da dire "Grazie Sarri".