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Lo scudetto non è ancora arrivato ma Sarri sta già iniziando a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Nel corso della conferenza stampa di oggi sono finiti nel mirino del tecnico (ancora) i giornalisti. "Critiche? Forse sto sui coglioni a qualcuno", ha dichiarato l'allenatore che poi ha rincarato la dose: "Quelle dei giornalisti sono opinioni e mi interessa relativamente leggere opinioni su una materia in cui penso di saperne di più. Fammi essere presuntuoso in questo. So le difficoltà che affrontiamo giornalmente, ho i dati per saperne di più di chi esprime un'opinione che ritengo legittima ma mi interessa fino a un certo punto". Non è la prima volta che l'allenatore della Juve se la prende con la critica, forse è la prima volta, da quando è a Torino che lo fa in maniera così diretta.

PRECEDENTE - Era già accaduto in passato durante la stagione, a Novembre, quando era in ballo il Pallone d'Oro 2019. "Spero lo vinca Cristiano, ma i premi individuali assegnati dai giornalisti mi interessano poco", aveva dichiarato sottolineando ancora una volta la distanza tra lui e gli altri, tra chi fa il lavoro e chi lo giudica. Non si è mai sforzato di farsi amici tra i giornalisti, Sarri, non gli interessa. Anche nelle categorie minori è sempre andato avanti concentrandosi solo sul suo lavoro, leggendo parecchi libri e pochi articoli di calcio. Sotto sotto vuole che il suo lavoro sia giudicato solo per il lavoro che fa, non per l'amicizia con questo o quel giornalista che comunque pure lui ha. 

PRESUNZIONE - Lo dice anche lui, di essere presuntuoso in questo. Sa di avere di fronte a sé le carte per valutare e decidere, di allenamento in allenamento, di partita in partita. Carte a cui nessun altro se non la sua cerchia di collaboratori può avere accesso. Una presunzione figlia anche della sua storia, di allenatore che si è fatto da solo, che entrato tardi nel giro del grande calcio dopo anni passati nelle serie minori, lontano da casa, dopo aver rinunciato ad un lavoro sicuro come quello in baca. Il tutto in un contesto dove ex calciatori più o meno importanti hanno quasi subito la loro occasione e in un certo senso anche più occasioni per fallire rispetto a un (ex) signor nessuno partito dai campetti in polvere delle periferie ed arrivato a guidare la squadra più importante d'Italia. Ha un carattere forte e ruvido, Sarri. Lui è fatto così, prendere o lasciare, e non c'è da stupirsi se poi resta sui c...a qualcuno.

@lorebetto